La scorsa settimana BusinessInsider (quello americano) ha postato un articolo dall’eloquente titolo RIP Metaverse. Io come sempre non faccio testo, ma mentre con Second Life avevo provato a installare il programma, eliminandolo immediatamente visto che non avevo abbastanza banda, non mi è mai nemmeno venuto in mente anche solo di vedere come Zuckerberg avesse messo su tutto l’ambaradan. E dire che ormai la banda la dovrei avere.
Ma anche se io non faccio testo quello che ho notato è che comunque non c’è stato tutto l’hype di una quindicina di anni fa (ma ve lo ricordate Tonino Di Pietro che faceva i comizi?), il che mi fa pensare che almeno stavolta io sia in ottima compagnia. Ora, è facile fare un’analisi sociologica a posteriori sul flop del metaverso: molto meno facile farla corretta. Ma chi sono io per esimermi dal fornirvi il mio pensiero chiaramente erroneo? Quello che vedo è che la gente in rete fa fondamentalmente due cose: litiga per scritto e guarda video di gattyni, cioè due cose che non può fare di persona (quanti gattini trovate in giro?) Il metaverso, così come Second Life, doveva essere una copia in rete di quello che facciamo già tutti i giorni nella vita reale: e allora tanto vale farlo lì, no?
Umm, c’è qualcosa che non quadra con la tua analisi delle attività in rete. Se fosse corretta, cioè se le cose che non sono video di gattini e “litigi” non interessano nella loro versione online, non avrebbe perso hype il metaverso ma OF.
Per me il problema è prima o poi si arriva sempre al fatto che la qualità dell’implementazione prevale, anche se agli autorevoli analisti questo non piace perché vuol dire che non serve essere generici consulenti del C-level ma bisogna capire cose complicate e avere idee non riciclate.
Nello specifico, l’offerta della tale società è fatta male, è vecchia, è inutile, richiederebbe devices che sono pensati male e sviluppati peggio, ecc.
In Zelda molti ci passano le ore, ma è comprensibile che un cartone mal disegnato e senza il minimo valore aggiunto non interessa allo stesso modo.
Un mio amico lavora per Zuck ed ho potuto provare (brevemente) il metaverso qualche mese fa.
Il maggiore problema è che di persone al di fuori di Meta nel metaverso ce ne sono relativamente poche, almeno per quel che ho potuto vedere. I dipendenti Meta sono lì perché ci dovevano stare, e questa atmosfera è piuttosto evidente, specie in un mondo dove non ci sono molte attività “esterne”. Un poco come quegli eventi aziendali che non ti interessano ma a cui devi partecipare per forza.
La differenza principale con Second Life secondo me è proprio questa: là le persone ci volevano stare, volevano partecipare e creare qualcosa di “diverso”. Nel MetaVerso no. Se a questo aggiungi che oggi rispetto ad allora le aspettative sono cresciute, ma l’offerta è scialba perché il mondo fisico o sintetico lo costruiamo noi, e non il gestore od il controllore, beh posso dire che Zuck è stato male consigliato.
Il metaverso è solo il vuoto circondato dal nulla. Per questo non serve a nulla.
Lo hanno confuso con la realtà virtuale, ma sono in realtà due cose completamente diverse.
Il metaverso è… anzi no. Il metaverso non è. E punto.