Superbonus: superstop

Lo stop totale al superbonus, compreso il negare la possibilità agli enti locali di acquistare questi crediti, era praticamente un atto dovuto, vista la quantità di soldi che era stata buttata in questi anni. Però, come fa implicitamente notare Radio Popolare, c’è un punto che non torna. In pratica, quello che è successo con il superbonus è più o meno quello che ormai capita con l’economia: non si parla più tanto di cose fatte, ma di soldi (virtuali) scambiati più e più volte. In questo momento infatti il vero problema è che le banche sono pieni di questi crediti d’imposta e non possono più prendersene degli altri, e da qui si è bloccato tutto. Non è che forse stiamo sbagliando a misurare lo stato di un’economia con un indice – il PIL – che è per definizione drogato?

4 pensieri su “Superbonus: superstop

  1. Boris Limpopo

    Non ho capito la tua conclusione. Che cosa misura il PIL? È il punto finale, la sintesi se vuoi, di un processo di misura ben formalizzato (soprattutto, ma non solo, nei metsdati) a livello internazionale. E in continua evoluzione. Come accade per il metro, se vuoi. Forse il problema è che non abbiamo tutti chiaro che cosa misura…

  2. .mau. Autore articolo

    Il PIL è una misura che raccoglie in un singolo numero una serie di dati, e la raccoglie bene. Quello che intendo dire è: è proprio il numero che ci serve per capire come stiamo andando?
    In pratica l’economia reale conta sempre di meno nel PIL, e mi chiedo se la cosa – formalmente corretta, come ho detto – non porti a distorsioni che in realtà non ci danno vantaggi.

  3. mestessoit

    Non sei l’unico a porti questa domanda, per quello che ho visto qualcuno ha paventato l’ipotesi di mettere dentro il PIL anche altro in modo da correrarlo meglio con alcune variabili oggi del tutto invisibili, ma non c’è al momento un interesse politico sufficiente per cambiarne la definizione. Esiste però la consapevolezza dei suoi limiti.

  4. Bubbo Bubboni

    Neanche io ho capito il legame con il PIL. Fermo restando che anche il nostro capo Macron e la sua apposita commissione dice che il PIL non è una buona rappresentazione dello stato dell’economia, il superbonus è proprio uno di quei provvedimenti letteralmente brics and mortar.
    Semmai il problema è che una legge modificata in media ogni cinquantina di giorni per tre anni non può che dare abbondanti problemi a chiunque ci abbia a che fare.
    Ho sentito dire che il disastroso testo inziale e una prima ondata di rattoppi abbiano coinvolto addirittura uno che insegna diritto. A me non mi pare credibile vista la qualità del lavoro prodotto, ma restando in ambito accademico sospetto che la lobby delle matite rosse possa aver avuto un ruolo in questo disastro.

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