Vi sarete sicuramete accorti che ormai nelle confezioni non basta dire dove riciclare i vari pezzi ma anche di cosa sono fatti, con sigle più o meno comprensibili. Bene. Però c’è ancora qualche problema. Avete presente i laccetti per chiudere i sacchetti di plastica? ce ne sono di due tipi: quelli lunghi e stretti, e quelli più corti, larghi e rigidi. Io ho sempre buttato i laccetti nell’indifferenziato, pensando che non è così facile dividere la plastica esterna dal metallo interno. Però l’altra settimana nella confezione di pane morbido c’era scritto che il laccetto corto doveva essere messo nella plastica. Bene, dico io, comincerò a buttare quei laccetti nella plastica. Peccato che nella confezione di un altro produttore che sto usando adesso c’è scritto che il laccetto va nell’indifferenziata. Potete mettervi d’accordo?
Aggiornamento: Ecco le etichette incriminate. Come vedete, il materiale del laccetto è esattamente lo stesso: la sigla è C/FE92.
Ultimo aggiornamento: 2022-07-20 08:24
Ma nel tuo comune i materiali composti (plastica+metallo) dove vanno? L’indicazione del produttore è secondaria rispetto alla pazienza del comune nello spellare i laccetti.
Ah, quanti confusi criminali ambientali! Poi fate pure venire caldo, tanto c’è il bonus condizionatore, i 200 euro regalati per alimentarlo e pure la raccomandazione di non usarli!
Esatto, il produttore può solo ed esclusivamente fornire una indicazione di dove il rifiuto può essere buttato, ma dato che ogni comune si organizza in maniera propria, non è detto che la destinazione corretta sia quella indicata.
A Milano non ho idea il plastica+metallo dove vada per dire…
certo, e infatti tipicamente i produttori si parano il culo con la scritta “verifica le disposizioni del tuo comune”. Resta il punto che evidentemente non ci sono linee guida comuni.
(a Milano plastica e metallo vanno insieme)
Non ci sono linee guida comuni perché non ci sono obblighi o grandi intelligenze su come fare il riciclaggio.
Si va da luoghi dove si può buttare tutto insieme perché c’è una selezione automatica suff. sofisticata (oppure c’è un termodistruttore il cui business plan ha bisogno di bruciare soldi) a luoghi dove è essenziale distinguere il vetro bianco da quello verde o più scuro altrimenti il valore di quanto raccolto crolla, fino ai luoghi dove si raccoglie la plastica solo se ha la forma di una bottiglia. Curiosi anche i luoghi dove i gusci delle uova (=l’imballo più perfetto che esista) NON vanno nell’umido.
Boh? Non credo che cotante possibilità siano lasciate per favorire i consumatori o l’ambiente. Deve essere così perché la competizione è un grande valore europeo o perché la libertà europea di consumare le risorse fino alla fine viene prima di quella di stare bene.
Non ci sono linee guida comuni perché i vari cartelli sono contro le politiche standard (perché così c’è molto meno da mangiare per le stecche). E’ tutto qui. In Germania invece, dove sono per la massima standardizzazione, fano tutti allo stesso modo (magari anche meno che in Italia, ma tutti uguali).
Per il plastica+metallo mi riferivo ai materiali combinati, che penso vadano separati altrimenti ciccia.