Si fa presto a parlare di tempo, anche se probabilmente ci conviene ricordare la frase di sant’Agostino: «Che cosa è dunque il tempo? Se nessuno me ne chiede, lo so bene: ma se volessi darne spiegazione a chi me ne chiede, non lo so.» Paolo Gangemi però si è dato uno scopo un po’ più limitato e se vogliamo oggettivo: parlare di come si può misurare il tempo e di come è stato misurato. Partiamo così dagli eoni, entità di una durata variabile a seconda di chi li definisce e suddividiamo il tempo in unità sempre più ridotte, fino ad arrivare al tempo di Planck che è il minimo tempo che possa avere un certo qual senso in fisica.
Il libro è pieno di informazioni e curiosità: nonostante io ne conoscessi parecchie è stato per me una miniera: non tanto dal punto di vista strettamente scientifico, che ovviamente è molto ben curato ma in un certo senso è standard, quanto per tutte le implicazioni per così dire umane della gestione del tempo, dalla definizione di calendari assurdi ai salti mortali che si fanno per mantenere sincronizzati i nostri orologi con la variabilità dei fenomeni astronomici su cui in teoria si basano. Tutti voi probabilmente avete sentito parlare dei secondi intercalari che vengono aggiunti ogni tanto perché la Terra sta rallentando, ma sapevate che gli informatici si limitano a raddoppiare un secondo, senza perdere tempo a creare il sessantunesimo secondo di un minuto? E avete mai pensato a come si potrebbero definire i fusi orari sulla Luna o su Marte? Il libro è insomma ottimo anche e soprattutto per chi non vuole dedicarsi troppo alla matematica, ma è appassionato di storia e di sociologia.
(Paolo Gangemi, Le misure del tempo, Codice 2021, pag. 263, € 18,50, ISBN 9788875789510)
Voto: 4/5