Le elezioni presidenziali nelle Filippine sono state vinte dal figlio dell’ex dittatore Marcos, mentre la vicepresidenza è andata alla figlia dell’attuale presidente Duterte. Il trend non è certo limitato all’est asiatico: pensate alla famiglia Bush negli USA (e al tentativo fallito di Hillary Clinton, per essere bipartisan). Certo, il trend non è nuovissimo: anche solo nel nostro orticello italiano possiamo ricordare Giorgio La Malfa figlio di Ugo e Mariotto Segni figlio di Antonio: però mi pare che negli ultimi decenni sia cresciuto.
Un tempo avevamo i re (e poi le regine, man mano che la legge salica perdeva terreno e i primogeniti di qualunque sesso andavano bene). Col passare dei secoli il loro ruolo è in genere diventato più che altro cerimoniale, il che significa che anche se per la regressione alla media ci troviamo un regnante non molto furbo possiamo andare lo stesso avanti. Ora però stiamo rifacendo le dinastie in questo modo surrettizio, e visto che l’oclocrazia è sempre in agguato il figlio stupido / malvagio / paranoico può tranquillamente essere eletto pensando alle qualità vere o presunte del padre, con l’aggravante che in questi casi il potere è spesso tutt’altro che simbolico. Non so voi, ma la cosa mi preoccupa parecchio…