Con questo libretto Claudio Facchinelli vorrebbe mostrare al lettore che odia la matematica come ci sia un tratto “umanista” nella materia, tratto che a scuola non viene certamente mostrato. Fin qua sono perfettamente d’accordo: però secondo me i capitoletti del libro non riescono a mostrare questo lato umanistico. Va benissimo eliminare le dimostrazioni, che tanto nessuno legge; ma togliere i riferimenti alle formule lascia un senso di vuoto e soprattutto non riesce a mostrare quale sia la vera utilità dei temi trattati. Più volte mi sono fermato mentre leggevo, dicendo a me stesso “e quindi?” L’unica volta in cui ho trovato qualcosa di davvero interessante è stata il capitolo sulla trigonometria: non solo per l’ovvia considerazione che non si capisce perché mai fosse così importante studiarla al liceo classico, ma anche per la spiegazione del vero motivo per cui veniva un tempo usata. Però è davvero un po’ poco.
(Claudio Facchinelli, Matematica umanistica, Gaspari 2020, pag. 69, € 14, ISBN 9788875417680)
La tua descrizione porta alla conclusione che l’autore non ami la matematica, che il suo “umanismo” sia di pretto stampo crociano.
No, sono io a essere anticrociano :)