C’era una volta – prima ancora che io nascessi… – la filodiffusione. “Filo” stava per “via telefono”: si usavano frequenze più alte di quelle usate per la voce per mandare due canali audio, uno di musica leggera e uno di musica classica. Con gli anni si aggiunse un canale ausiliario per trasmettere la musica classica in stereofonia, e ci furono anche i primi timidi tentativi di trasmettere l’allora Quinto canale della filodiffusione in stereo almeno nelle grandi città.
Passano i decenni, la linea telefonica viene usata per tutt’altro, e la filodiffusione muore di inedia. Però la Rai, che si vanta ancora di essere un servizio pubblico, continua a mantenere il canale di musica classica. Sì, la potenza del segnale è miserrima e riuscire a sintonizzare bene l’antenna è una mezza impresa; per dare un po’ più di potenza al segnale si riduce la qualità audio; il nome del canale cambia ogni qualche anno. Una cosa però rimaneva costante: la pagina con il palinsesto dettagliato dei brani che venivano trasmessi. Quando ero bambino io li si leggeva sul Radiocorriere TV; poi è stata approntata una pagina web sul sito della Rai. La cosa era utilissima per chi come me non è un grande conoscitore di musica classica; ascoltavo qualcosa e aprivo al volo un browser per scoprire chi l’aveva scritta. Con Anna giocavamo spesso a “indovina l’autore”: di solito vinceva lei.
Domenica mattina abbiamo provato a giocare: peccato che la pagina che avevo salvato tra i preferiti fosse desolatamente stata eliminata. Vabbè, mi dico, avranno semplicemente riorganizzato il sito, basta trovare la nuova pagina. E invece no. La pagina del “palinsesto” attuale è questa. Potete controllare da voi come non ci sia nessun link ai palinsesti: solamente il nome delle trasmissioni che è qualcosa di completamente inutile perché quei nomi sono tipicamente etichette ultrageneriche. Certo, “Chi è di scena” ha brani operistici: ma quali brani non ci è più dato di sapere, a meno di cogliere il nome pronunciato all’inizio e alla fine del brano. Perché tanto odio? Al momento non mi è dato di saperlo. Ho provato a scrivere al servizio Scriver@i – dove tra l’altro il canale è ancora chiamato Rai Radio Classica, tanto per far capire quanto interessi loro; vediamo se ci sarà una risposta.
Aggiornamento: (10:30) la Rai mi ha risposto invitandomi a «contattare la Direzione Digital, editore della Rai sul web che cura e presidia i servizi interattivi e multimediali» (hanno anche indicato l’URL). Vi terrò aggiornati.
Aggiornamento: (8 gennaio) I palinsesti continuano a non essere presenti: però oggi ho sentito lo speaker annunciare prima dell’inizio di un brano che chi volesse ricevere i palinsesti può scrivere a radioclassica@rai.it, come avevo anche segnalato nei commenti. Vedendo quante persone arrivano a leggere questo mio post, immagino trovato con una ricerca su Google, immagino che gli ascoltatori di Radio 3 Classica siano parecchio arrabbiati…
Aggiornamento: (29 agosto 2023) Lorenzo mi segnala che è stato approntato il sito https://palinsestodettagliato.it/ (curato dalla stessa persona che invia per mail i palinsesti settimanali appunto) che come dice il nome contiene i palinsesti dettagliati di Radio 3 Classica per la settimana.
Ultimo aggiornamento: 2023-08-29 09:34
Nel passaggio all’ancora peggiore Rai Play Sound hanno anche ucciso i feed RSS dei podcast. Ora la Rai con “podcast” intende “installate la nostra app ed iscrivetevi”.
Vecchio URL (senza https per evitare filtraggio): http://www.raiplayradio.it/programmi/adaltavoce/rss/
rss è odiato da chi produce contenuti, perché è difficile metterci pubblicità ed è scomodo da profilare :-(
C’è una novità – scoperta x caso – il palinsesto si trova ora su FB – giorno dopo giorno
https://www.facebook.com/RaiRadio3Classica/
Alla lista delle lagnanze manca quell’europeata del DAB e l’uso stupido dell’RDS. Certo che l’app ha permesso di degradare molto il servizio, aggiungendo una tecnologia da usare peggio di tutte le altre messe insieme.
La palinsesto dettagliato era un educazione in musica… di questa nessuna interessa piu. Very sad
Non ho le competenze tecniche di cui sopra, però insegnando musica e ascoltando da anni Rai radio Classica concordo che con Rai play sound si è fatto una grande salto indietro, in particolare per quanto riguarda la mancanza del dettaglio nel palinsesto.
Sono cresciuto con questa stazione radio. Ora e’ stata smantellata e messa in mano ai comunisti di RAI3. Il profilo e’ cambiato [in peggio] ed pra manco il palinsesto. Una vergogna. Per fortuna vivo all’estero e non pago questo schifo con le mie tasse. Musica jazz [ohhh quanto piace il giazszszsz ai comunisti; musica etnica -vuoi mettere i pastori sardi?-]. L’ignoranza al Potere.
Ah ah ah!!
Grazie…e una vera vergogna e va protestata….perche non organizzi una petizione firmata da migliaia di ascoltatori furibondi…dopotutto RAI e un istituzione pubblica sostenuta dalle tasse
Concordo con i commenti che ho letto. Le mie conoscenze musicali e il mio amore per la classica sono maturati su questo canale…ora inspiegabilmente privato della sua guida. Sto maturando odio per la rai
ah, ricordo a tutti che scrivendo a radioclassica@rai.it si viene inseriti in una mailing list che manda i palinsesti una volta la settimana. (Funziona, mi stanno arrivando)
Sono quarant’anni che ascolto il quinto canale in filodiffusione della RAI e queste modifiche sono solo dei peggioramenti del servizio pubblico che pago regolarmente e volentieri ,visto che la RAI è l’unico canale d’informazione che fa ancora cultura.Speriamo che venga ripristinata nel digitale terrestre visto che con l’aggiornamento a DVBT-2 è scomparsa.
“fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza”,vediamo di non dimenticarlo…
ma la filodiffusione funziona ancora ??
boh, nel senso che erano decenni che non si trovavano più apparecchi. Leggendo qui, almeno nel 2012 chi era abbonato poteva continuare ad esserlo (pagando la bellezza di 2,07 euro l’anno…)
Tieni presente che la filodiffusione usava frequenze analogiche al di sopra di quella telefonica base (300-3400 Hz) e quindi (a) non era compatibile con ADSL che usa le stesse frequenze e (b) è proprio impossibile da usare con la fibra, che usa frequenze digitali. In teoria si potrebbe mandare il segnale di filodiffusione via fibra, ma avrebbe poco senso perché i dati vengono mandati con TCP-IP e non con un canale punto-punto.
Per quanto riguarda l’ascolto via internet, immagino che il problema di base sia la compressione dei dati; di per sé non dovrebbero esserci differenze se si manda il segnale in formato lossless – ammesso di non avere una linea a carbonella.
RISPOSTA DELLA RAI
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La nuova piattaforma RaiPlaySound, al momento non prevede la pubblicazione dei Palinsesti dettagliati.
Per eventuali considerazioni può scrivere a
https://www.raiplaysound.it/scrivici
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SCRIVETE
Ascolto Radio 3 dagli albori, ossia da quando iniziava i programmi alle 10 del mattino per proseguire fino in tarda serata: ricordo le “pagine”, i grandi classici letti dai migliori attori di teatro, la musica classica ininterrotta, tutte cose che hanno aperto un mondo infinito che ancora oggi, cinquant’anni dopo, non finisce di stupire…
Da allora il mondo è andato avanti: qualcuno ha capito il valore educativo della musica (un esempio di risultati: 1) orchestra Simon Bolivar; 2) “un tale” Gustavo Dudamel), qualcun altro continua nello smantellamento sistematico del proprio patrimonio musicale e non solo.
Peccato per questa retromarcia: trasmettere Radio Classica oltre che in FM (per 4 città fortunate) anche sul digitale terrestre era stato un incredibile miglioramento, sacrificato sull’altare dell’ottimizzazione delle frequenze e probabilmente degli introiti pubblicitari!
Per quanto concerne i palinsesti confermo che, dietro richiesta, mi sono arrivati sollecitamente, per cui ringrazio sia la segnalazione che la RAI per la velocissima risposta.
Spero che l’appello a riprendere la trasmissione di Radio Classica sul DVB-T non cada nell’oblio, come pure l’accesso ai palinsesti, fonte di approfondimento per la curiosità degli amanti della musica
io trovo assurdo e grottesco che una radio del genere non metta i palinsesti dettagliati sul sito ma li distribuisca su richiesta. Solo in Italia
Anche io ho scritto alla Rai e quelli di raiplaysound e mi hanno trattato con condiscendenza.Credo che i responsabili siano dei ragazzini che non sanno cosa sia la cultura…..
Per ascoltare la Rai 3 Classica ha diventato una lotteria
Mi unisco ai precedenti per lamentare la sparizione di Radio Classica dal digitale terrestre che, per chi non ha buona ricezione radio, mi pare forse ancora più grave dell’assenza dei palinsesti. Sarebbe forse il caso di una petizione
alla RAI, della nostra petizione, non gliene fotte una beata minchia!
si può sempre provare. In fondo credo che il DVB-T fosse il modo migliore per ascoltare Radio Classica, essendo preferibile la qualità rispetto all’ascolto internet ( così rilevavo) e non essendo fortemente circoscritto come quello via radio
Dal 3 gennaio 2022 radio 3 classica non c’è più. Dove abito io, nel basso Lazio, il segnale digitale terrestre è sparito. Ho provato a scrivere alla sede rai del Lazio e mi hanno risposto che non dipende da loro.
Tutto qui? E da chi dipende?
Ed è un problema che ho solo io in questa zona?
Per il resto concordo con lo schifo del nuovo sito rai play sound
Sembra che i palinsesti dettagliati, oltre che via e-mail (previa richiesta), come già ricordato, ora siano disponibili anche nella pagina Facebook di Radio 3 Classica: https://www.facebook.com/RaiRadio3Classica
Speriamo davvero che almeno questa pagina possa durare a lungo.
Per il resto, sottoscrivo in pieno gran parte di quanto detto da molti lettori intervenuti. Sono cresciuto anch’io con il “mitico” canale della filodiffusione classica, e anch’io lo ascolto da oltre 40 anni, praticamente da quando ero un ragazzino. Anch’io, negli ultimi anni, ho notato uno scadimento non indifferente nella qualità del servizio, e soprattutto nella composizione degli stessi palinsesti.
È proprio vero che, ultimamente, insieme alla musica classica, troviamo generi di tutt’altra natura, come il jazz e il folk-etnico. La musica etnica, in realtà non mi dispiace. Anzi, sappiamo bene che è sempre stata una grande fonte d’ispirazione per la stessa musica classica. Del resto, la rubrica che se ne occupa, “Immagini dal mondo”, si riduce a due soli quarti d’ora nel fine settimana.
Certo, non tutta la musica etnica e tradizionale può piacere a tutti, e non tutti possono amare, ad esempio, i “Tenores de Bitti” sardi o le “cantanti di gola” eskimesi, anche se forse non tutti sanno che sia gli uni che le altre sono delle vere e proprie star internazionali nel panorama della musica etnica. Per paradosso, devo ringraziare anzi il nuovo corso di Radio RAI Classica per avermi fatto conoscere il canto eskimese, che ho trovato veramente molto suggestivo, persino con delle incredibili similitudini con i Tenores sardi.
Questi ultimi, invece, li conosco e li apprezzo moltissimo da sempre, essendo io stesso di origine sarda, e sicuramente discendente di pastori sardi (che non sono certamente sinonimo di banditi né di ignoranti, come vorrebbero certi cliché, ma anzi, spesso sono più istruiti dei laureati e hanno dato origine a intere famiglie di laureati: lo so per esperienza personale).
Il problema, se mai, è il jazz, che sembra diffondersi sempre più nel canale classico. Nessun problema finché si tratta di Gershwin, che è sul crinale tra i due generi, ma ciò che lascia perplessi è il moltiplicarsi di brani di vero e proprio “jazz” tout court, che nulla hanno a che vedere con la musica classica, e andrebbero, se mai, trasmessi su Radio 3.
Inoltre, mi perdonino i fan della lirica, ma ultimamente noto una prevalenza esagerata di musica vocale, lirica in particolare, come non si verificava certo mai nel palinsesto tradizionale delle filodiffusione classica. Spesso vengono trasmesse intere opere liriche, che, come accadeva un tempo, dovrebbero trovare una collocazione più appropriata sulla sola Radio 3.
Un altro problema si è presentato da qualche anno con la nuova generazione di annunciatori, che, soprattutto all’inizio, sbagliava puntualmente la pronuncia dei nomi di molti musicisti stranieri (ad esempio, gli accenti di Dvořák e Bartók, scambiando per accenti quelli che in realtà, come nel francese, sono solo segni che indicano la natura delle vocali). Ho anche protestato al numero verde RAI, e sembra che ultimamente le cose siano un po’ migliorate. Evidentemente devono aver provato a correre ai ripari, sottoponendo gli annunciatori a dei corsi accelerati di pronuncia straniera, come avrebbero dovuto fare fin dall’inizio. Il guaio però, sta nel fatto che gli annunci sono registrati, e quelli meno recenti continuano a contenere gli stessi errori.
Speriamo però in una progressiva correzione in corso d’opera anche su questo versante, come sembra che stia accadendo per gli stessi palinsesti.
(sssh… sulla troppa lirica sono d’accordo anch’io :-) )
E aggiungo, per quanto riguarda le pronunce, che quasi sempre i brani di Debussy vengono annunciati con la crasi “Clodebussy” (!)…..
…e l’annuncio dei brani di Debussy che diviene quasi sempre la crasi “Clodebussy” !
Concordo in tutto con lei. Inoltre anche io sono sempre più delusa da come sia trascurata questa stazione da noi amata in tanti anni. E non mi vengano a dire che non ci sarebbe spazio per una paginetta web con i palinsesti, in un sito enorme come quello della Rai (non tutti hanno facebook…)
Anch’io sono molto arrabbiato con la Rai per la eliminazione dei palinsesti, errore, che l’attuale direzione non comprende. In questo modo allontana le persone dall’ascolto della musica colta. Apprezzo in qualche modo gli orientamenti, che sono evidenti, di lasciare più spazio alla musica del 900. Ma proprio per questo è importante orientare le scelte degli ascoltatori, che immagino siano di gusti diversi e non tutti esperti o studiosi di musica.
Forse non hai letto il mio post precedente: i palinsesti ora sono disponibili alla pagina Facebook di RAI Radio 3 Classica: https://www.facebook.com/RaiRadio3Classica
Lo sconforto non ha mai fine, una scelta completamente insensata: non si trattava di creare ex novo una pagina web nella quale copiare i palinsesti, ma di cancellarne una che funzionava bene da decenni. Eppure lo hanno fatto. Ho scritto anch’io, stessa risposta, e fatto richiesta di ricevere la email settimanale. Confesso che non avevo ancora letto che ora sono su Facebook, ma perché devono metterla lì?? Io non ho né vorrei avere a che fare con Facebook, perché mi devono costringere?
Condivido tutte le perplessità sull’eliminazione della vecchia pagina web e concordo sul fatto che questa funzionasse benissimo. Sono poi contento di scoprire che esistono anche altre persone che, come me, non usano Facebook, né hanno alcuna intenzione di farlo, perché mi fanno sentire meno solo. Però, questa pagina Facebook di cui parlo è di tipo pubblico, e quindi accessibile a tutti, compresi (per fortuna) quelli che non hanno Facebook. È vero che, dopo i primi secondi in cui si inizia a scorrere la pagina, viene visualizzata la solita finestra-tormentone che invita a collegarsi o iscriversi a Facebook, ma basta fare clic su “Non ora” o sul segno “X” in alto a destra per chiudere quella finestra definitivamente, almeno finché non si visiterà di nuovo la stessa pagina. Lo so che la vecchia pagina dei palinsesti era molto più comoda, ma meglio questa possibilità tramite Facebook che la sparizione completa dei palinsesti dal web, come si temeva che fosse accaduto fino a pochi giorni fa. Certo, anche la ricezione via e-mail può essere un’opzione, ma personalmente credo che sia importante mantenere una presenza fissa dei palinsesti in Internet. Inoltre, come accennavo, speriamo che la situazione migliori ulteriormente e che la RAI si decida quanto prima a ripristinare del tutto la vecchia pagina web.
facebook??? ma io dico la RAI ha numerosi siti web SUOI. Pagati dai contribuenti ITALIANI. Per quale cacchio di motivo li deve mettere su Facebook???
Io sono un altro Mario: concordo totalmente col mio omonimo qui sopra.
Un ripiego alla mancanza ora della trasmissione sul digitale terrestre può essere, per chi ce l’ha, il canale 8826 di Sky che io uso collegato all’impianto stereo che ho abbinato al televisore.
Mi unisco alla lamentela sulla debolezza del segnale DAB (ma mi pare che in generale i segnali della RAI siano sempre stati “al risparmio”), per cui anche questa possibilità di un ascolto di buona qualità viene vanificata (dalla mia città paradossalmente lo riesco a captare con una piccola radiosveglia e solo in alcuni angoli della casa, ma un’altra radio più quotata non ci riesce proprio).
Mi unisco anche a tutti i nostalgici ricordi del passato. I miei risalgono ai primi anni ’60. C’è stato anche un periodo in cui il canale classico via radio si chiamava Rete tre ed iniziava, come già ricordato, a metà mattina.
Ora ho fatto richiesta anch’io, via mail, del palinsesto dettagliato.
Buona musica a tutti, sentendoci uniti in questa più o meno grande comunità di irriducibili amanti della radio e di una certa radio.
DOPO UNA LUNGA RICERCA HO TROVATO I PALINSESTI RADIO CLASSICA SULLA LORO PAGINA FACEBOK LI PUBBLICANO GIORNO PER GIORNO. MEGLIO DI NIENTE
Per mia ignoranza informatica, non ho capito molti dei commenti di carattere tecnico. Però vedo che siamo tutti d’accordo che eliminare i palinsesti dettagliati è stato un obbrobrio. Mi collego spesso su Radio Classica Svizzera e lì indicano il brano in esecuzione senza nemmeno bisogno di andare al palinsesto. Peraltro immagino che il bacino d’utenza ufficiale di Radio Svizzera italiana sia estremamente più ridotto a quello dell’intera Italia. Evidentemente gli ascoltatori italiani hanno scarsa importanza per la RAI