Martedì La Stampa ha pubblicato un articolo in cui si legge che delle spie russe hanno rubato i dati relativi al vaccino AstraZeneca, che come ricordate è stato fabbricato con l’aiuto dell’università di Oxford, per creare il loro vaccino Sputnik.
Tutto è possibile, lo sappiamo bene: e visto quanto le case farmaceutiche sono gelose dei loro risultati, e dei miliardi di utili che gli fanno loro fare, è chiaro che la posta in gioco è tanta. Però avrei già qualche dubbio nel fidarmi di uno scoop del Sun (ah: come è usuale, alla Stampa si sono “dimenticati” di mettere il link alla fonte. Dobbiamo accontentarci che almeno abbiano scritto quale quotidiano fosse). Inoltre la tecnica usata da questi due vaccini (partire da un adenovirus usato come vettore) è consolidata, e dato che se non sbaglio questo coronavirus è stato sequenziato non è che sia necessario copiare la formulazione. Altra cosa sarebbe stata la copia di un vaccino a mRNA.
Insomma, io i miei dubbi li ho. Al Sun forse li avevano o forse no, ma dal loro punto di vista la cosa era irrilevante. Spiace vedere che La Stampa abbia seguito la stessa linea.
“La Busiarda”, come la chiamano i torinesi, pur di incrementare vendite per il cartaceo e clic per la versione online, ormai pubblica la qualunque. Senza alcuna verifica dei fatti e delle fonti. Basta fare terrorismo mediatico, e vendere copie e totalizzare mucchi di clic. Ma chissà perché i torinesi è da mo’ che la chiamano così…
Il tale giornale parla male dei russi (e di UK e Cina)? E magari pubblicizza anche il nucleare, l’esercito europeo, i muri ai confini, il Mose, il TAV & il ponte sullo stretto?
Manca solo la “lira pesante” e poi la macchina del tempo è stata inventata!
Ora si tratta solo di capire se va anche in avanti…
ma una volta non parlava male dei russi, si facevano gli affari! (vabbè, poi c’era anche Sergio Romano)
Una volta ridicolizzava i russi (sovietici). Es. tutte le domeniche c’era un articolo tipo “lo zucchino più grande del mondo raccolto in Russia” o simili.
Non so se parole tipo “americanata” sono state inserite anche in altre lingue, ma l’idea di ridicolizzare il nemico del momento mi sembra tipica anche dopo il fascismo. Forse solo ora che gli articoli di propaganda contro le minacce straniere sono in traduzione la creatività locale si è persa.