Guardando i risultati della tornata elettorale autunnale, scopro che a Milano Sala ha preso 50.000 voti in più del primo turno di cinque anni fa (e 13000 in più del ballottaggio). Quindi l’astensionismo ha più che altro colpito gli elettori di centrodestra, anche perché onestamente Bernardo non era esattamente il massimo tra i candidati. D’altra parte ho sentito vari fighetti di centrosinistra dire che non avrebbero rivotato Sala, il che in pratica significava che l’elettore medio lo ha tendenzialmente apprezzato. Poi magari Sala si è preso metà dei voti pentastellati di cinque anni fa che sono “tornati all’ovile”; l’altra metà si è divisa più o meno equamente tra i no-tutto che hanno votato Paragone e i residuali rimasti a M5S, ininfluente praticamente ovunque (anche a Bologna e Napoli dov’era in maggioranza ma il candidato del centrosinistra ha vinto con percentuali ancora più bulgare che a Milano) salvo forse a Roma dove è incredibile notare quanta gente ami Virginia Raggi dopo cinque anni da sindaca. A destra Forza Italia è residuale, mentre FdI raggiunge quasi i voti della Lega: ci fosse stato il sorpasso sarebbe stato davvero clamoroso.
A proposito di Roma, Calenda a quanto pare non è solo un partito da Twitter: la sua lista è quella che ha preso più voti, anche se correndo da solo è rimasto molto indietro dai due sfidanti che andranno al ballottaggio, pur prendendo più voti di Raggi. Torino ha visto il sorpasso al primo giro di Lo Russo su Damilano, ma a guardare bene le percentuali del centrosinistra non sono così diverse da quelle di cinque anni fa. Negli altri capoluoghi di provincia le sfide sono molto più equilibrate, a parte il plebiscito che riconferma Canelli a Novara; se tanto mi dà tanto, le politiche andrebbero comunque al centrodestra.
forse una parola sul fatto che ormai questi giochini interessano a fatica un elettore su due ce l’avrei spesa. a me pare il dato più rilevante.