Nella storia della fantascienza sono noti i cosiddetti “juveniles” di Heinlein: racconti dove il protagonista è un giovane ragazzo (rigorosamente maschio, ricordiamoci che stiamo parlando di libri scritti tra il 1947 e il 1958) che fa cose ” da adulti”. Definirli banalmente “libri per ragazzi” è riduttivo: Heinlein li scrisse per un pubblico di tutte le età, e la differenza principale con i romanzi per così dire standard è solo nella possibilità di un giovane lettore di immedesimarsi con i protagonisti. Ecco: in questo caso (Isolde Fulke, Il viaggio della St.Jemis : , Forevera Books 2021, pag. 355, € 11,99, ISBN 9798544333456) abbiamo un juvenile in piena regola. La St.Jemis è una vecchia astronave più o meno in disarmo che è stata riconvertita in una nave scuola per gli orfani della Grande Guerra Interplanetaria, gestita da Ferdinando, un ex militare. Alcuni dei ragazzi non sono mai stati adottati, per varie loro menomazioni, e costituiscono l’equipaggio della nave. Marlo è il più grande di loro e fa da vice a Ferdinando. Il gruppo prevede come tutti gli anni di fare una Crociera d’Istruzione durante le vacanze estive: solo che il propulsore principale è rotto, e per recuperarne uno nuovo accettano di fare un’operazione di recupero per un venditore di pochi scrupoli. La spedizione riesce sin troppo bene, e i ragazzi si ritrovano in mezzo a una serie di avventure nel sistema solare.
Rispetto ad Heinlein c’è sicuramente meno sessismo: Isolde Fulke fa affiancare a Marlo una coprotagonista femminile, Stella, che è cieca ma con due innesti oculari che le permettono di vedere ma anche una specie di lettura delle emozioni di coloro vicino ai quali si trova. In generale la storia è avvincente e la trama scritta bene: le uniche cose che io non ho apprezzato moltissimo sono state le frasi che a volte sembravano più rincorrere la lingua parlata che quella scritta. Ma d’altra parte io sono un boomer, non potete pretendere molto da me!