Green Pass e musei

Non solo i ristoranti vedono una fronda contro l’obbligo di presentare il Green Pass per potere entrare. Come potete leggere su Facebook, l’annuncio del Museo Egizio che richiederà il Green Pass ha suscitato un vespaio, con le ormai ubique tifoserie che si insultano tra di loro, lamentandosi contestualmente di essere insultate.

Sono curioso di sapere quanti di coloro che fanno sprezzantemente sapere urbi et orbi che loro non metteranno più piede al museo (non che potrebbero farlo…) ci fossero andati negli ultimi anni. Ma soprattutto mi chiedo perché mai ci siano persone che si lamentino con il Museo Egizio che si limita ad applicare una legge senza aggiungere nessun commento. Avrei capito un’invettiva contro un governo Mengele che impedisce alla gente di acculturarsi se non accetta di diventare cavia di un esperimento genico (sic), ma così mi viene solo da sorridere tristemente.

3 pensieri su “Green Pass e musei

  1. Bubbo Bubboni

    Penso che gli anti-passisiti però avranno un peso enorme nel decreto attuativo: 1) perché il decreto attuativo dovrà esistere almeno entro questo mese 2) perché, pur nei limiti posti dalle varie autorità e dalle competenze in campo, il decreto non dovrebbe essere esageratamente ridicolo (cfr. limite di capienza trasporti urbani e relativo controllo) 3) perché ristoranti e musei si trascinano anche qualche straccio di norma su scuole e luoghi di lavoro (mi aspetto che i ristoranti o i musei visti come luoghi di lavoro siano lasciati nel solito caos).

    Credo che nessuno abbia mai posto così tanti vincoli a chi debba scrivere, per davvero, un decreto attuativo! E, se il governo si mantiene sul livello tradizionale di inconsistenza, la generazione di meme potrebbe essere brutale!

  2. Lele

    @.mau.

    OT

    Sono curioso di sapere quanti di coloro che fanno sprezzantemente sapere urbi et orbi che loro non metteranno più piede al museo (non che potrebbero farlo…) ci fossero andati negli ultimi anni. Ma soprattutto mi chiedo perché mai ci siano persone che si lamentino con il Museo Egizio che si limita ad applicare una legge senza aggiungere nessun commento. Avrei capito un’invettiva contro un governo Mengele che impedisce alla gente di acculturarsi se non accetta di diventare cavia di un esperimento genico (sic), ma così mi viene solo da sorridere tristemente.

    Premessa: so perfettamente di non doverti insegnare queste cose, so che scrivi sul blog con una certa leggerezza e spesso nei ritagli di tempo, so che non sempre rileggi. Premetto che da lustri leggo e apprezzo quello che scrivi e mai vorrei offenderti. Mi permetto di mettere in evidenza quanto segue per un lieve fastidio che coglie qualche grammar-nazi come me, specie se – come in questo periodo – sviste, incongruenze e refusi si fanno più numerosi.
    Nel dettaglio:

    “Sono curioso di sapere quanti di coloro che fanno […] sapere […] che loro non metteranno più piede al museo […] ci fossero andati negli ultimi anni.”

    Sei curioso adesso di sapere quanti di costoro ci siano andati.

    “Ma soprattutto mi chiedo perché mai ci siano persone che si lamentino con il Museo Egizio che si limita ad applicare una legge senza aggiungere nessun commento.”

    Le persone esistono davvero e realmente si lamentano. Ti chiedi perché mai ci sono persone che si lamentano con il Museo Egizio.

    “Avrei capito un’invettiva contro un governo Mengele che impedisce alla gente di acculturarsi se non accetta di diventare cavia di un esperimento genico (sic), ma così mi viene solo da sorridere tristemente.”

    Qui l’indicativo ci può stare, ma in teoria il governo Mengele è solo ipotetico e non agisce nella realtà. Avresti capito un’invettiva contro un governo Mengele che impedisca alla gente di acculturarsi.

    Ciò detto: i blog stanno male da tempo. Sono pochi quelli che resistono, e li ringrazio, essendo generalmente allergico ai social, dove si è trasferita buona parte della comunicazione intelligente. Quei pochi sopravvissuti, trattiamoli bene, anche con un po’ di rispetto della forma e della lingua.

  3. .mau. Autore articolo

    vediamo, nell’attesa della maestrina dalla penna rossa (laZZani).

    (1) Mettiamo la frase all’indicativo, cosa che di solito semplifica la vita.
    “Chi non è mai andato al Museo Egizio?” è indubbiamente il modo standard per vedere chi c’è già stato e chi no, ma al mio orecchio dire “Chi non era mai andato al Museo Egizio?” mi fa pensare a gente che finalmente ha deciso di andarci. Quindi il congiuntivo trapassato un certo senso ce l’ha, almeno secondo me. Poi magari resta un errore grammaticale

    (2) Qui “perché” regge un’interrogativa indiretta. Dal Serianni, XIV,86: «Anche in questo caso i due modi fondamentali, indicativo e congiuntivo, non corrispondono in genere a diversi gradi di certezza ma, semmai, a un livello stilistico più o meno formale o a semplici variazioni libere.»

    (3) Qui la scelta dell’indicativo è stata assolutamente voluta, per rendere più viva l’immagine di chi si mette a parlare di un governo Mengele.

    È vero: scrivo troppo in fretta e non rileggo, vedi il “reminders” di stamattina. Però in questo caso resto convinto delle mie scelte…

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