Clubhouse

Evidentemente sto invecchiando. Però quando ho sentito parlare di Clubhouse non mi è venuta proprio nessuna voglia di cercare un invito (eh sì: a quanto pare la piattaforma è su invito). Ma forse la ragione è anche un’altra. Io sono un tipo da parola scritta, e sicuramente da interazioni asincrone. Ho provato a fare qualche video su Instagram e ho smesso quasi subito. Per quanto riguarda gli audio, a parte tendere a non ascoltare nemmeno i vocali di Whatsapp, mi bastano e avanzano tutte le audiocall che mi tocca fare per lavoro. Insomma, secondo voi quanto possono interessarmi chat vocali sincrone di gruppo, dove tra l’altro le “persone interessanti” parlano e gli altri per lo più stanno ad ascoltare?

Ma naturalmente proprio le ragioni per cui io me ne sto ben lontano da Clubhouse potrebbero portare alla sua fortuna almeno per un certo qual periodo…

6 pensieri su “Clubhouse

  1. Bubbo Bubboni

    Clubhouse mi pare la logica continuazione del successo di Among Us. Però quello che è cambiato nel mondo non-telco credo sia l’idea che i canali possono essere temporanei, usa e getta, e non eterni una volta che l’operatore li crea. Oggi piace la chat audio, domani quella solo emoticons, poi ritornano i blog, ecc. Parliamo di intrattenimento, non di ottimizzazione della trasmissione.

  2. kOoLiNuS

    Condivido ogni parola Maurizio…
    Un siffatto social presuppone che io passi esplicitamente del tempo cercando di divertirmi dedicando la mia esclusiva attenzione a seguire una discussione.

    Di call di lavoro ne faccio già troppe, per cui il mio concetto di intrattenimento NON è stare a sentire il cellulare. Da qui anche il mio disinteresse verso questo “coso”.

    @Bubbo: una nota, i contenuti sono effimeri per noi utenti… non abbiamo alcuna garanzia sulla ritenzione a lungo termine di dati e meta-dati.

    1. Bubbo Bubboni

      Beh, credo che gli utenti abbiano la garanzia assoluta che, in caso di necessità (es. elezioni democratiche con partiti sbagliati, ecc.), i loro dati salteranno fuori anche dopo decenni. Tutti le leggi di protezione dei dati consentono alle barbe finte di archiviare e usare a piacimento quello che serve allo Stato, chiunque esso sia in un certo momento storico.
      Però vedendo casi come il like dall’account del Papa ad una certa foto o la gestione dei problemi di Signal… direi che gli utenti non capiscono neppure di cosa dovrebbero davvero preoccuparsi, ed è meglio così. Basta sapere che al vecchio “se non vuoi che si sappia non dirlo al telefono” va aggiunto “non dirlo quando il telefono è fuori dal microonde” e, per i paranoici, “non sai neppure cosa sia un telefono”.

  3. Matteo

    La cosa curiosa è che di questo Clubhouse ne leggo, almeno nella mia bolla, soltanto in posti piuttosto… tradizionali: qui, sul blog di Mantellini, su Repubblica.it, oppure addirittura su Radio Rai. Ma alla fine, chi lo sta usando davvero?

    1. .mau. Autore articolo

      non so quanto io sia “tradizionale” (al massimo arcaico). Quello che però succede spesso è che l’hype per nuovi servizi e siti passa ancora dai mezzi mainstream. Perché? Boh. Forse occorre una massa critica di “non avvezzi”, o forse chi usa un servizio davvero innovativo tende a tacere perché non arrivino le orde…
      (poi Clubhouse mi pare il tipo di servizio che ”’ha bisogno”’ delle orde)

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