Abbiamo visto durante questi mesi i nastri bianchi e rossi posti sugli scaffali dei supermercati per impedire la vendita dei prodotti acquistabili in negozi a cui un qualche DPCM imponeva la chiusura. Quello che mi mancava erano gli scaffali con prodotti acquistabili solo dopo una certa ora.
Per chi non vivesse a Milano, spiego l’arcano. Il sindaco ha firmato un’ordinanza (la trovate a partire da qui) per scaglionare le aperture dei negozi cittadini in modo da ridurre l’affollamento sui mezzi pubblici al mattino, privilegiando le scuole. I negozi non di alimentari (tranne farmacie, parafarmacie, tabaccai ed edicole) dal lunedì al venerdì non possono aprire prima delle 10:15, appunto.
Tutto chiaro? Beh, nemmeno troppo. Mentre ci può essere una certa logica perversa nel dire che se non posso comprare un concime per piante da un fioraio allora non posso nemmeno prenderlo all’Esselunga (pur potendo comprarlo online…), sarebbe a questo punto stato molto più logico chiudere anche i supermercati fino alle 10 e un quarto, lasciando aperti solo i negozi che vendono unicamente alimentari in modo che se ci serve al volo un litro di latte lo si può prendere. Chissà perché non è stato fatto così.
Perché si verificherebbe il caso speculare.
Se il super non può vendere ciò che un negozio singolo non può vendere allora il super deve poter vendere ciò che un negozio singolo può vendere.