Ieri pomeriggio ci sono state le elezioni per il consiglio di classe della scuola dei gemelli. Essendo in tempo di covid, e non avendo la ministra permesso le votazioni online, la scuola ha approntato un sistema piuttosto complesso: martedì ci sono state le assemblee con Google Meet e contestualmente i ragazzi hanno ricevuto le schede, che noi genitori abbiamo compilato e messo in busta chiusa, oltre a consegnare un modulo da compilare per dire di avere votato e la fotocopia di un documento di identità. Ieri mattina abbiamo ridato le schede che il professore della prima ora avrebbe messo in un’urna. Però qualcuno doveva pur fare lo spoglio: quindi per ogni classe tre genitori si sono offerti volontari per tornare alle 14:30. Io ho direttamente fatto il presidente.
Bene. Ci siamo trovati tre moduli inseriti nelle buste (alla faccia del voto segreto); una scheda con quattro nomi anziché due, che poi abbiamo stabilito essere quella di due genitori che volevano risparmiare sulla carta, o almeno quello era l’unico modo per far tornare il numero di votanti e quello di voti; due voti a una persona inesistente (presumo fosse una dei candidati, ma il cognome indicato non c’entrava nulla). Qui non c’erano grandi problemi: avevamo quattro posti e c’erano quattro candidate. Però mi chiedo come facciano i presidenti dei seggi elettorali…
Ma poi si è capito se vietare l’online nelle scuole il più possibile, con le conseguenti vittime, è politicamente vantaggioso?
Capisco il blabla automatico su quanto è bello abbracciarsi tutti i giorni manco fossimo esperti borseggiatori, chiarissima l’importanza economica di un servizio di babysitting low-cost, ovvia l’irrilevanza totale dei contenuti eventualmente comunicati ai tutti-promossi-sine-TAR, certa l’opposizione sindacale se non consultati e riveriti… ma non capisco se un tablet costa molto più di un letto in terapia intensiva almeno sul piano politico.
Qualcuno voterà mai (più) il tale partito solo per il confort di non avere i K12 a casa per qualche settimana in più? O altri eviteranno una causa penale contro la tale ministra perché è bello vedere qualcuno che crede fermamente nel teletrasporto casa-banco senza passare per l’autobus?
Non riesco proprio a capire se si applica il Macchiavelli o il Cipolla.
Si applica il Calvino direi
Giovanni o Italo?
Giovanni lo escluderei perché chi ha perso oltre il 12 % del PIL, mandato i malati nelle case di riposo e deve ancora scrivere decine di decreti attuativi (che quando poi li scrive c’è da pentirsi di averli chiesti) non professa ne l’etica ne il lavoro.
Ma di Italo mi viene in mente solo una frase di Marcovaldo “L’allevatore riesce a far coesistere la bontà verso l’animale e la previsione dell’arrosto nello stesso moto dell’animo” che non so se spiega la confusione nell’idea di non uccidere (il PIL) e di contemporaneamente assicurare il babysitteraggio low-cost con tecniche inappropriate.
Niente, non capisco.
Intendevo solo che il titolo del post e’ un romanzo di Calvino
Però ho scoperto che il romanzo breve (che in effetti non ho mai letto) ha l’apostrofo: “La giornata d’uno scrutatore”. Così imparo a non controllare prima di scrivere…