Cerco pavlovianamente di correggere la voce: non ho i diritti. Ci sta. Passo alla pagina di discussione per segnalare la cosa: non posso nemmeno scrivere lì. In effetti, le loro regole dicono di non permettere l’editing pubblico perché – traduco al volo – le wiki aperte “portano a marginalizzare la critica della scienza ufficiale, e ‘pseudificare’ le alternative scientifiche”; inoltre i loro gestori “sono arroganti e di solito ‘intellettuali’ e non ‘pensatori critici'”. Devo confessare che a me fanno un po’ ridere questi “pensatori critici” che non ammettono che si possa criticare il loro pensiero: ma di nuovo è una loro libera scelta, e tanto chi legge quella pagina capisce comunque cosa leggere al posto dei refusi. (Purtroppo non può capire esattamente quali sono le confutazioni, ma su questo non ci si può fare nulla). Ah, ho verificato: non ci si può iscrivere a quella wiki.
Quello che però mi lascia davvero perplesso è un’altra cosa. Perché fare la fatica di installare MediaWiki, che è un software pesante e difficile da manutenere, se non hai intenzione di fare interagire la gente? Faresti molto più in fretta con un banale WordPress, bloccando i commenti per sicurezza. Ci dev’essere qualcosa che mi sfugge.
Ah, gli errori ci saranno sempre e ovunque. Ieri sera ho perso un po’ di tempo ad aggiustare la voce Wikipedia su Giulio De Benedetti dove c’era un paragrafo senza senso (pareva che il senatore Agnelli possedesse la Gazzetta del Popolo…). Nel frattempo ho scoperto che sul Dizionario Biografico Treccani si dice che Filippo Burzio morì nel 1958 anziché nel 1948. Io quello non lo correggo. :-)