Insomma, ci si è messo meno tempo a buttare giù e rifare il Ponte Morandi – che adesso non so come si chiama – che a decidere se si può togliere la concessione ad ASPI per la pessima gestione della sua parte di rete autostradale. La cosa non dovrebbe stupire più di tanto: chiunque abbia un minimo di raziocinio capisce che un’azione del genere può essere fatta solo dopo che un giudice abbia sancito che effettivamente non sono stati rispettati i vincoli della concessione: è possibile che un procedimento giudiziario termini effettivamente con la sconfitta di ASPI ma passerebbero anni, si rischia che nel frattempo non si faccia più manutenzione e soprattutto il procedimento bisogna pure iniziarlo. D’altra parte il ministero dei trasporti ha le sue colpe, perché non ha mai fatto le verifiche indipendenti necessarie… e secondo me anche questo conta nell’attuale situazione di stallo.
Non ho idea se la parziale ristatalizzazione, con l’ingresso di Cassa Depositi e Prestiti (ma quanti soldi ha?) nel capitale azionario, possa avere senso; quello che sicuramente servirebbe è un piano nazionale per tutta la rete autostradale, dove finalmente il controllore si mette a fare il suo mestiere. E servirebbe uno stop alle proroghe di concessione in cambio di lavori di ampliamento fatti più o meno bene. Ampliare un’autostrada significa anche guadagnare di più dai pedaggi, perché si attira più traffico. Il concessionario non vuole rischiare soldi? Bene: però a questo punto si trovino sistemi per limitare i flussi ed evitare ingorghi infiniti (oppure si trovi un sistema per rimborsare parzialmente gli automobilisti per un servizio non dato. Per esempio chi ha il Telepass si può trovare automaticamente parte del prezzo rimborsato). Non mi aspetto che si parli pubblicamente di queste cose, però mi aspetterei da un governo serio che alla fine si arrivasse a qualcosa del genere. Occhei, insomma non me lo aspetto :-)
Ultimo aggiornamento: 2020-07-10 10:53
La risposta alla domanda “quanti soldi ha” la CDP L’ho trovata su Wikipedia: «La principale fonte di raccolta delle risorse finanziarie è costituita da tutto il risparmio postale italiano che CDP gestisce dal 1875. A quest’ultimo, pari a circa 250 miliardi di euro, si aggiunge la raccolta obbligazionaria effettuata sui mercati, sia presso investitori istituzionali sia al dettaglio.» ;)