È ben noto che noi italiani siamo pronti a esprimere il nostro giudizio “informato” su qualunque argomento i media portino alla nostra attenzione. Quindi non mi stupisce che con il coronavirus siamo diventati tutti virologi. Quello che però mi lascia perplesso è sentire la gente discettare sulle curve di contagio, sparando modelli più o meno a caso senza considerare che i dati che abbiamo a disposizione sono ancora relativamente scarsi e soprattutto non coerenti: raccontavo sul Post di un picco cinese legato a un cambiamento di metodologia. Però possiamo vedere il bicchiere mezzo pieno: forse la paura del contagio fa ridurre un po’ quella dei numeri :-)
(Se volete un articolo chiaro, vi consiglio quello di Paolo Giordano di qualche giorno fa: è molto più bravo a fare il divulgatore che lo scrittore, secondo me…)
Ultimo aggiornamento: 2020-03-08 22:07
Mi sembra che l’articolo di Giordano sia stato ispirato da questo libro di un epidemiologo inglese https://www.amazon.co.uk/Rules-Contagion-Outbreaks-Infectious-Collection/dp/1788160193
I modelli SIR hanno quasi un secolo di vita, ne ho parlato anche in Matematica in pausa pranzo (almeno credo, da furbofono non ho tempo di verificare il libro preciso). Ma il punto è che ciò che conta è come si spiegano le cose, tenendo anche conto del pubblico a cui ci si rivolge, e Giordano ha fatto un bel lavoro. L’avrebbe fatto anche se si fosse limitato a tradurre un articolo (occhei, in quel caso parleremmo di plagio, ma quella sarebbe un’altra storia)