Haim Shapira è quello che nel mondo anglosassone si chiama un polymath, uno che si dedica a tantissime cose diverse. Stavolta (Haim Shapira, 8 lezioni sull’infinito [Eight Lessons on Infinity], Sperling & Kupfer 2019 [2019], pag. 255, € 16,90, ISBN 9788820067991, trad. Giuseppe Romano, link Amazon) parla di matematica e infinito, affermando che non userà più delle quattro operazioni – non è proprio del tutto vero, ma quasi – con un approccio forse più vicino alla filosofia che alla matematica e sicuramente in modo da stupire i lettori con gli effetti speciali, oltre che ricordare a ogni piè sospinto che con l’infinito non valgono le nostre solite regole aritmetiche. Nell’ultimo capitolo la traduzione ha cominciato a vacillare, con termini matematici tradotti letteralmente e quindi incomprensibili. Occhei, sarebbero incomprensibili comunque per chi non è matematico, e il matematico ha idea di cosa dovrebbero essere: ma ad ogni modo non si fa così. Una curiosità che non so come togliermi sulla traduzione: perché è indicata essere di Giuseppe Romano “per Studio editoriale Littera”?
Perché gliel’ha commissionata Littera anziché Sperling direttamente, direi. È un’intermediazione non diffusissima ma neanche rara, solitamente svantaggiosa in termini di compenso per il traduttore ma comoda per l’editore, al quale il libro viene consegnato “chiavi in mano”.