Se la mattina del 28 giugno qualcuno fosse capitato sulla pagina di Wikipedia dedicata all’autunno caldo (era questa: Wikipedia non butta via mai nulla…) a prima vista non avrebbe notato nulla di strano. La voce era sufficientemente ampia, e soprattutto ricca di fonti. Se però la persona in questione si fosse messa a leggere la voce in questione, avrebbe trovato affermazioni piuttosto sconcertanti. Si partiva dalla frase nell’incipit secondo la quale l’autunno caldo è «ritenuto il preludio del periodo storico conosciuto come anni di piombo» agli emendamenti parlamentari allo Statuto dei Lavoratori che «furono in gran parte peggiorativi, perché nel merito offrirono il modo di penalizzare i buoni lavoratori, a vantaggio dei cattivi: inoltre rimasero nel documento le norme che proteggevano i diritti dei dipendenti, cancellando il passaggio secondo cui quei diritti dovevano essere esercitati “nel rispetto dell’altrui libertà e in forme che non rechino intralcio allo svolgimento delle attività aziendali”».
A questo punto dobbiamo sperare che il nostro ipotetico lettore abbia i suoi neuroni funzionanti e non sia semplicemente in modalità copincolla. Se è sufficientemente sveglio noterà che la prima frase da me riportata non ha nessuna fonte al riguardo, e quindi dovrebbe pensare “e chi l’ha detto?”; per la seconda, si accorgerà che le fonti riportate per quella parte dell’articolo si riducono a una sola, il libro L’Italia degli anni di piombo scritto dai due noti pericolosi bolscevichi Indro Montanelli e Mario Cervi. Mettiamo pure che il lettore sia un diciottenne che non ha mai sentito parlare di loro: dovrebbe comunque essergli saltato agli occhi che di fonte ce n’è una sola e che magari essa potrebbe essere di parte.
Insomma, quella voce era fatta male. Questo è un fatto, indipendente dall’essere o meno presente su Wikipedia: si possono fare le medesime considerazioni se il testo fosse stato trovato in un qualunque altro luogo. Visto che però quello non era un luogo qualsiasi, se il tizio in questione fossi stato io avrei fatto qualcosa: avrei cancellato la frase sugli anni di piombo commentando “senza fonte”, e avrei aggiunto un avviso di non neutralità (c’è un testo apposito da inserire), in modo che anche il successivo lettore non troppo sveglio sapesse subito che c’era qualcosa che non funzionava. Purtroppo non siamo ancora stati capaci di insegnare agli insegnanti queste operazioni elementari, in modo che loro poi le spiegassero ai loro studenti; ma diciamo che posso capire uno che si lamenta dicendo che la voce è “sbagliata”.
Il duo Gad Lerner-Michele Serra ha scelto un’altra strada. Forte del fatto che loro sono loro, e soprattutto scrivono sul secondo quotidiano più letto d’Italia, «Con un uno-due ben coordinato […] abbattono Wikipedia.» (La frase è di Massimo Mantellini, per la cronaca). Non si sono limitati a lamentarsi, ma Lerner se l’è presa contro “wikicialtroni” che a quanto pare sono gli unici che di solito riescono a intervenire nelle voci, mentre Serra rincara la dose contro quei cattivoni degli anonimi: scrive «Ma chi l’ha scritta, o almeno assemblata, e riletta, e giudicata, non lo sapremo mai.» In verità la voce sull’autunno caldo è sostanzialmente così da tre anni, senza nessuna guerra di edit, il che significa che non c’è mai stato nessun altro a interessarsene; e le frasi incriminate saranno anche state inserite da un utente anonimo, ma sono state scritte da Montanelli e Cervi.
Non penso che quest’ira funesta che nel weekend ha preso il duo sia un problema generazionale: in fin dei conti io ho solo nove anni meno di loro. Non penso nemmeno sia un problema di scienziati contro umanisti: come Mantellini scrive nel suo post, all’estero non ci si fa problemi a fare edit-a-thon anche e soprattutto su temi lontani dalle scienze dure, che tanto vanno già avanti per conto loro. Quello che io credo è che ci sia un problema tutto italiano, legato a un certo nucleo di persone abituate al loro orticello che si vedono insidiato. In effetti sarebbe divertente pensare a cosa avrebbe detto Montanelli al riguardo :-) Il tutto è esacerbato dalla banale considerazione che il numero di persone che si occupano davvero di portare avanti disinteressatamente Wikipedia è sempre troppo basso, e quindi – come dicevo – è fin troppo facile per alcune persone far dire quello che si vuole a certe voci scegliendo oculatamente le fonti, sapendo che chi potrebbe rimettere le cose a posto è troppo impegnato oppure ha deciso da molto tempo di abdicare.
Per la cronaca, se io avessi avuto parecchio tempo a disposizione, cosa che non ho praticamente mai, mi sarei magari lanciato alla ricerca di una fonte di orientamento opposto e avrei riscritto il testo per tenere conto delle due opposte visioni: è però anche vero che la storiografia contemporanea non è proprio il mio campo di competenze e quindi avrei lasciato volentieri il lavoro a chi può trovare fonti molto più in fretta. Il guaio è che adesso la voce è più o meno ritornata al livello di tre anni fa, il che significa che si è perso qualcosa: a me serve sapere che c’è stato chi ancora vent’anni dopo sentenziava livorosamente contro l’autunno caldo, come servirebbe sapere cosa era successo al tempo riguardo a quelle tesi revisioniste. Ma mi pare che né Lerner né Serra siano in realtà interessati a tutto ciò…
C’ è sempre chi si ritiene superiore e col suo verbo dispensa sue lezioni senza accettare confronti. Collaborare su wikipedia significa rimboccarsi le maniche e accettare confronti e confronti sostenuti con fonti autorevoli, non sul “lei non sa chi sono io”.