Quando ho sentito per radio la pubblicità dell’evento, non volevo crederci. Poi sono andato a vedere sul sito, e ho scoperto che l’iniziativa si svolge dal 2012. Insomma, un po’ come gli Open Day per vedere quali scuole possono essere più adatte per i propri figli, l’università di Milano Bicocca organizza un incontro per i genitori dei futuri universitari.
Ricordo che almeno il 99,5% di chi si iscrive all’università è maggiorenne: io ho conosciuto una sola persona che l’ha iniziata prima di compiere i diciott’anni. Del resto, io sono notoriamente stato un bamboccione, ma quando sono andato a Pisa a fare il concorso di ammissione in Normale non mi è nemmeno passato per la testa di andarci accompagnato da mia mamma. Come ci siamo ridotti?
Ultimo aggiornamento: 2019-02-15 10:00
È tutto molto “petaloso”! Tanti piccoli fiocchi di neve che devono essere accuratamente protetti, accompagnati e tutelati.
A 18 anni e nove mesi fui messo sul treno per Torino, destinazione Politecnico: iscrizione al test di ingresso, affitto, scoperta di una città enorme per me che venivo dal paesino del sud. Mi chiedo davvero cosa possa essere successo alla generazione di genitori cui appartengo (solo anagraficamente); io so solo che non tratto i miei figli come dei ri——ti cronici.
Hai lasciato il tag aperto del link.
Cmq, Bicocca è l’università fighetta, alla Statale non fanno iniziative del genere :-)
se puoi considerarmi tra i tuoi conoscenti, devi aggiornare la platea di chi ha iniziato l’Università a 17anni (per pochi giorni; ero il più giovane iscritto a Alma Mater)
Un tizio mi ha raccontato di giovani laureati che si presentano al colloquio di lavoro accompagnati dai genitori.
Siccome sono un inguaribile ottimista ho deciso che è una bufala, ma purtroppo non ne ho le prove.
Lo fa anche la statale da qualche anno, http://www.cosp.unimi.it/appuntamenti/5094.htm
(pur se ancora priva di contenuto)
Mi si dice che serva più ai genitori ansiosi, onde evitare che tartassino di richieste di informazioni le segreterie
Capisco lo sconcerto ma credo che l’iniziativa sia semplicemente un calco di quello che viene fatto, ad esempio, in Regno Unito e USA, dove le giornate aperte sono molto importanti e vengono organizzate al sabato in modo che i genitori possano partecipare.
Il dispiegamento di mezzi per gli open day all’Universita’ in cui lavoro (Inghilterra) e’ qualcosa di imponente: non solo vi sono studenti (volontari e pagati) che fanno da guide, ma i membri del corpo accademico vengono precettati per tenere seminari e presentazioni.
In sostanza, un grande evento pubblicitario per accalappiare quanti piu’ iscritti.
Per il modo in cui funziona l’Universita’ in Italia, probabilmente gli open dei sono inutili ma credo che l’idea sia quella di muoversi, lentamente, verso un modello anglosassone.
Che posso dire?
Iscrivetevi ad una delle tante e carine iniziative di Bicocca, ad esempio Bbetween 3:) 3:) 3:)