Ieri ci sono state le elezioni suppletive a Cagliari. Ha vinto il candidato della coalizione di centrosinistra, che prenderà il posto del pentastellato per caso e velista per passione che era stato espulso con ignominia dal gruppo M5S. Ma quello che fa più impressione è il dato sull’affluenza: si è recato alle urne il 15,5%, meno di un elettore su sei. Come dicevano nella Stanzetta dei bottoni, “in pratica solo quelli del csx e di CasaPound sapevano delle elezioni”.
Io non vivo a Cagliari, quindi non ho idea di quale sia stata la campagna elettorale: sapevo per caso che si sarebbe votato, e nulla più. Però il pensiero che basti sfogliare un giornale, guardare un tg, o aprire un social network per trovarsi inondati di “notizie” dei nostri esponenti politici di tutte le salse, epperò non si ritenga che votare per un singolo senatore deputato abbia chissà quale importanza, è terribile. È già un pezzo che siamo passati dalla democrazia all’oclocrazia, il governo delle masse; ma ora stiamo rapidamente scivolando verso l’eikonocrazia: il governo delle immagini, se mi permettete questo neologismo farlocco. L’unico momento che conta è quello del voto globale, e lì vince chi ha più like totali, indipendentemente da quello che afferma. Il peggio è che non se ne accorge nessuno.
Ultimo aggiornamento: 2019-01-22 16:21
Non è un senatore ma un deputato.
Vista la risicata maggioranza che ha il governo al Senato, c’è una bella differenza…
Ad ogni modo, credo che banalmente tutti quelli che al turno prima hanno votato il velista abbiano preferito restare a casa stavolta.
chissà perché ero convinto di aver letto “senatore”. Probabilmente è perché Repubblica ha subito scritto che la maggioranza gialloverde si era ridotta di un’unità, cosa vera ma ininfluente. Direi comunque che 9000 persone (il 30% dei 31000 votanti) hanno scelto di non restare a casa perché il moVimento è altra cosa rispetto alle persone…
Tutto quel testo barrato deve rimanere barrato?
Diciamo di no.