Ugo mi ricorda di segnalarvi che domani sarà un gran giorno per la cultura libera: avremo infatti il Public Domain Day. In pratica, a furia di pensare al muro alto alto fino al soffitto da fare al confine con il Messico, il governo americano non si è accorto che per la prima volta dopo vent’anni ci sarà del materiale prodotto negli USA e sotto copyright che entrerà nel pubblico dominio.
La storia è lunga e interessante, potete leggerla su Wikipedia (e dove, sennò?) All’inizio del XIX secolo, gli USA non rispettavano affatto il copyright sulle opere britanniche, che venivano scopiazzate a piacere. Scrittori come Dickens fecero tournée in America anche per rafforzare il proprio diritto a ricevere i soldi per le loro opere. Poi col tempo le cose cambiarono e il copyright si allungò sempre più, fino al Sonny Bono Act del 1998 – noto anche come Mickey Mouse Act – che portò il copyright a 70 anni dopo la morte dell’autore oppure a 95 anni nel caso di opere di “corporate autorship”. Il nomignolo della legge è dovuto al fatto che Disney ha fatto lobbying per salvare le opere di Topolino, che sarebbero state presto nel pubblico dominio. Per il momento mancano ancora cinque anni prima che Steamboat Willie, il primo corto con Topolino, entri nel pubblico dominio; non trattenete il respiro. (Che si possano creare storie con Topolino senza il permesso della Disney è improbabile, visto che il nome è un marchio registrato. Però sarebbe interessante scoprire cosa succederebbe con un’opera derivata).
Insomma, godiamoci per una volta una bella notizia e cerchiamo di non pensare al domani!
Ahh, mi chievo perché taluni attendono con ansia e spumante la mezzanotte! Non credevo che i diritti digitali causassero tanta agitazione.