Ah, il lontano passato analogico

Nell’intervista data a Le macchine volanti, Paolo Sorrentino spiega che lui è una “persona analogica” e che la tecnologia digitale ha peggiorato la nostra vita. Fin qui nulla di male: ognuno ha i suoi metri di giudizio, e personalmente credo che alcune tecnologie digitali – pensiamo al trading – abbiano peggiorato la nostra vita.

Quello che però mi ha fatto ridere è che Sorrentino afferma che il suo giudizio potrebbe essere viziato «dalla mia appartenenza a una generazione che ha vissuto l’epoca indimenticabile della giovinezza in un mondo privo della tecnologia digitale.» Paolo Sorrentino ha sette anni meno di me. È vero che io sono un nerd fatto e finito, e che io la tecnologia digitale la usavo quando Sorrentino forse faceva le medie: ma mi chiedo cosa intenda lui per “tecnologia digitale”. I telefonini? Qui possiamo essere d’accordo, il boom c’è stato nella seconda metà degli anni ’90. Ma già i computer (anche se non Internet) hanno dieci anni in più: Sorrentino non dovrebbe averli visti nella fanciullezza, non nella giovinezza. Ma si sa che il passato è sempre più roseo :-)

5 pensieri su “Ah, il lontano passato analogico

  1. Mestesso

    Io non avrei mai portato ad esempio negativo del digitale il trading: è buffo quanto persone diverse abbiano percezioni diverse.in merito (io direi in generale il concetto di dipendenza digitale è preoccupante, sia economica che social-morale)..

    1. .mau. Autore articolo

      dal mio punto di vista il problema del trading digitale non è chiaramente quello di entrare su una piattaforma digitale per comprare o vendere azioni, quanto quello dei sistemi automatici di cui non conosciamo bene i comportamenti e che “comprano e vendono” in tempi di millisecondi.

      1. Mestesso

        Sì, l’avevo capito.
        Ma il trading bot sono una piccola parte della digitalizzazione di *tutto*, da trovare la casa vacanze all’amico/a sotto casa. Non si può fare nulla senza e lo trovo preoccupante.

  2. Mike

    L’altra cosa che a me stupisce è quand dicono che un brano musicale è disponibile anche in formato digitale. od ancor meglio in CD e formati digitali.

    Io sono nato in un mondo analogico, per cui so come si regola l’antiskating ed il bias per registrare, i numeri guida, che in realtà servon anche con le macchine fotografiche digitali, e quant’altro.
    Poi un bel giorno arrivarono i Dire Straits con Money For Nothing e la rivoluzione digitale ebbe inizio. Era il 1985.

  3. Bubbo Bubboni

    Mi sa che ha ragione. Il trading e il teorema di Nyquist-Shannon sono la causa di tutti i mali, anche se non mi è ancora ben chiaro perché.
    Ho sentito via web un’intervista (allora trasmessa in AM, sicuramente) a Vittorio de Sica. Che bello, che interessante, viene subito voglia di parlarne, di capire di più, di ragionarci. Non come fanno taluni registi contemporanei che proteggono dalla pirateria (digitale) le loro opere con sofisticate scelte “artistiche” che scoraggiano chiunque dalla maledizione di rivedere quel film o dal ripensare a quel mix sguaiato di luoghi comuni, banalità & tette-culi.
    Ah, la contabile cartacea e con i timbrini celestini! Era quella che salvava la cultura e l’arte!

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