Il mio amico Vittorio Bertola ha ragione. Venerdì ero a Torino, dovevo andare al Toolbox (dalle parti del Mauriziano, per i torinesi in ascolto) e avendo un po’ di tempo a disposizione ho percorso via Sacchi. Sotto i portici passa un numero abnorme di biciclette, il tutto quando dall’altra parte della strada c’è una pista ciclabile con il vantaggio di non avere alcun incrocio fino a corso Sommeiller e nemmeno pedoni vicini. La giornata era piacevole, e quindi non c’era nemmeno la scusa del brutto tempo. Perché allora? Paradossalmente l’avrei compreso nell’ultimo tratto, quello più vicino alla stazione, dove la pista ciclabile viene spostata sulla carreggiata e occupata dai bus intercomunali Giachino.
Non che a Milano sia tanto diverso. Tutte le mattine, quando porto i bimbi a scuola conducendo regolarmente il mio velocipede a mano, sul marciapiede passano due o tre ciclisti nonostante nella via parallela ci sia una bella pista ciclabile. Probabilmente però il pavimento liscio sotto i portici è ancora peggio. Possibile che i ciclisti non ci arrivino proprio?
Ultimo aggiornamento: 2018-10-08 07:10
Anche io quando sono a Torino percorro via Sacchi (a piedi) a tutta velocità!
Mah, non saprei con certezza perché le bici usano il lato opposto però credo che ci siano alcuni problemi evidenti: – è stretto (qualche pedone che cerca dove diavolo è la medicina della patente, una moto abbandonata/rubata e lo spazio è finito) – è privo di manutenzione/pulizia, se non ti interessa sapere cosa hanno mangiato in discoteca la sera prima non è gradevole passarci – è recintato nel senso che non puoi “uscire” quando vuoi ma solo in pochi punti (e per questo che trovare la medicina della patente non è facile).
E poi l’altro lato, anche se al momento abbastanza miserabile, è comunque molto più bello. E in Italia tutti hanno un po’ di senso della bellezza, del sole, della pasta… :-)