Stamattina ho portato il duo in stazione, perché partivano per il centro estivo Tim. Non che si siano girati dopo che li ho lasciati al gate, ma questo è normale. Nel pomeriggio poi hanno chiamato dalla struttura per dire che sono arrivati. Cecilia: “Ciao papà! siamo arrivati! Abbiamo anche visto un film sul pullman! Ho già due amiche, e dormiamo tutte in stanza insieme!” Jacopo, voce funebre: “Ciao, papà.” Io: “Tutto bene?” Lui: “Sì :-(” “Hai visto il film sul pullman?” “Era una schifezza :-(”
Nota a latere: l’altro giorno cercavo tra i miei ravatti una vite per sostituire quella che teneva ferma la luce della bicicletta e che si era spaccata. Cecilia come al solito stava a guardarmi, e io le avevo spiegato che mi serviva una vite di un certo tipo ma l’unica che avevo trovato aveva la testa troppo spessa e quindi non funzionava. Ieri sera arriva con due viti: “Guarda, sono come quelle che cerchi, le avevamo nella nostra stanza!” (immagino che Jacopo avesse distrutto qualcosa e tenuto le viti). Stamattina provo quella vite e vedo che funziona: allora oggi le ho detto “sai che la vite che mi hai trovato andava proprio bene? Grazie!” e lei, testuale: “È stata proprio una bella fortuna!”
Ultimo aggiornamento: 2018-07-20 18:43
Ricordando certe descrizioni caratteriali che un tempo avevi dato di te stesso, direi che Jacopo è 100% Codogno mentre su Cecilia i dubbi sono giustificati
che Jacopo sia mio figlio è indubbio. Però io alla sua età ero più rispettoso (e spaccavo meno cose). La cosa peggiore è che non riesco a trovare un modo per fargli capire come muoversi nel mondo con qualche decennio di anticipo rispetto a quello che ho dovuto fare io; vedere certe dinamiche, riconoscerle, ma non poter far nulla per romperle è destabilizzante.
Tutto normale: in media i figli di oggi sono meno rispettosi (perché hanno di più rispetto a noi pari età).
Anche mio figlio è proprio mio figlio (nel bene e nel male), mentre mia figlia non si sa bene da chi abbia ereditato (ma coi lavori manuali non ci siamo).