Come forse avete letto, lunedì scorso è stato siglato l’ennesimo accordo di solidarietà per Telecom, che per dodici mesi ci farà stare a casa il 10% dei giorni (con un taglio di stipendio più o meno simile, perché la parte pagata dallo stato è tarata sugli operai non specializzati). Si stanno facendo assemblee in tutta fretta, perché Telecom vuole assolutamente farci i primi due giorni di solidarietà a giugno per migliorare i conti semestrali: diciamo che – se vogliamo vedere il bicchiere non dico mezzo pieno ma almeno con qualche goccia d’acqua – si è ripreso un confronto azienda-sindacato e soprattutto si è ritrovata seppure a fatica quell’unità sindacale che mancava da anni e che faceva solo il gioco aziendale.
C’è solo una cosa che non mi torna. Stamattina ero per l’appunto in assemblea, arrivato al volo tra il primo giorno di centro estivo dei gemelli e una visita specialistica. I documenti li avevo letti al volo tra ieri pomeriggio e stamattina. Ora io sono notoriamente un rompipalle di prima categoria, ma mi ha fatto un po’ specie che su tutta una serie di cose al contorno – contorno si fa per dire, perché riguardano i soldi che mi arrivano a fine mese – ne sapessi più io che il rappresentante RSU…
Ultimo aggiornamento: 2018-06-13 13:19