Questo saggio di Gian Luigi Beccaria (Gian Luigi Beccaria, L’italiano che resta : Le parole e le storie, Einaudi 2016, pag. 221, € 9,99, ISBN 9788858423745, link Amazon) è una raccolta di pensieri sparsi su vari temi legati alla lingua italiana, alla sua resistenza (Beccaria è ottimista) e alle mille cose che ci arrivano dalle tradizioni popolari. Soprattutto nella prima parte si trova un certo qual lirismo, un peana alla bellezza della nostra lingua forse un po’ esagerato, oltre a una difesa appassionata della lingua “umanista” (e qui ho il sospetto che lui abbia una visione della lingua scientifica che si limiti alla manualistica…) Leggendolo, mi ha dato l’impressione di un quadro impressionista: il lettore deve metterci parecchio del suo, come del resto è giusto. L’italiano non è roba da museo, ma qualcosa che dovrebbe essere nostro.
Ultimo aggiornamento: 2018-02-22 17:23