Mario Seminerio scrive sulla proposta renziana del salario minimo legale, dicendo che la cifra indicata dall’ex PresConsMin (9-10 euro l’ora) è insensata, perché corrisponde al 90% del salario mediano mentre “di solito tende ad essere fissato intorno alla metà”. [Nota per i diversamente matematici: se X è il salario orario mediano allora per definizione metà dei lavoratori guadagna più di X e metà meno di X. Così ad occhio il salario medio è maggiore, ma non è necessariamente così].
Il concetto di ancorare il salario minimo a quello mediano e non al medio mi pare sensato, ma c’è una cosa che non capisco, e per cui mi piacerebbe ricevere qualche spiegazione. Non sarebbe più logico ancorare il salario minimo (se non c’è ancora, altrimenti per definizione i dati sono falsati…) a un certo percentile, chessò il venticinquesimo? [di nuovo, per i diversamente matematici: se Y è il venticinquesimo percentile allora il 25% delle persone è sotto Y, e pertanto il restante 75% è sopra]. I numeri precisi non sono poi così importanti, o meglio lo sono per tarare bene il sistema; è proprio il principio che non capisco.
Ultimo aggiornamento: 2018-01-08 14:50
Mi sfugge però come questo meccanismo debba essere portato avanti negli anni. Seguendo l’inflazione? Perché se il salario minimo diventasse il 25mo percentile, piuttusto che il mediano, piuttosto che il medio, da quel momento la gaussiana cambierebbe completamente estremi, visto che sotto il minimo non ci sarebbe più niente.
infatti come ho scritto questo funziona solo all’inizio e non in seguito (comunque non è una gaussiana, al più una poissoniana. Sicuramente è asimmetrica, e la parte sotto il cinquantesimo percentile è più schiacciata non foss’altro che perché non si dovrebbe poter scendere sotto lo zero come paga oraria)
Fatta la tara alla campagna elettorale (che mi fa dire sia esclusivamente una presa per il culo), in alcuni stati il salario minimo esiste e non è una idea balzana se implementata bene.
il concetto di base non è statistico (quindi niente percentili o mediane di riferimento) , ma squisitamente normativo e concettualmente simile ai nostri minimi salariali per contratto, solo portato al livello della contrattazione di primo livello (quella che viene “ereditata” dai contratti di settore tipo il metalmeccanico). Sono definizioni di minimi assoluti su base oraria che definiscono “il minimo legale” di ogni tipolgia di lavoro contrattuale e viene definita in base ad un più o meno vago “costo della vita” calcolato a priori.
no, scusa, il salario minimo è al di sopra del primo livello di contratto, visto che sarebbe una soglia per tutti.
Sì scusa la differente definizione di ‘primo’.
Un salario minimo (netto) a 9 Euro all’ora corrisponde a circa 1400-1500 Euro al mese.
Mi sembra che in Italia non sarebbe una cosa così peregrina. Quindi Seminerio non la racconta tutta.
Inoltre, il salario minimo ha il grande vantaggio di essere a costo zero per lo Stato (naturalmente con un governo e maggioranza non subalterni alle “imprese”; non sia mai che non si trovi qualche modo per regalare loro un altro 20 miliardi a ufo così come è stato fatto con il Jobs Act)
(a) quel salario sarabbe lordo, con ogni probabilità.
(b) chiedi a un metalmeccanico cosa direbbe per avere 1400 euro netti al mese
(c) mi pare che di statali ce ne siano abbastanza. Per loro il salario minimo non varrebbe?