Bocciatura annullata: sarà proprio così?

Mi è capitato di leggere sul Fatto Quotidiano questo articolo: «Scuola media, Tar annulla bocciatura: “Il padre dell’alunno non era stato informato dell’andamento scolastico”».

Io ho una certa età e non mi fido di come la stampa riporti le sentenze del Tar: valutando esso il metodo e non il merito, posso immaginare che il padre abbia sfruttato a suo favore la mancanza formale in cui la scuola è incorsa, non comunicando a entrambi i genitori (separati ma con affido congiunto) ma solo alla madre l’andamento scolastico del figlio. Ma quando leggo una frase come «i professori avevano motivato la bocciatura spiegando che il ragazzo “manifestava poco impegno, scarso interesse e atteggiamenti poco collaborativi” in classe, peggiorando ulteriormente nel corso dell’anno e accumulando sempre più assenze.» mi domando che razza di affidamento congiunto fosse quello per cui il padre non si accorgeva che il figlio non andava a lezione. Comunque credo che il ragazzo una cosa l’ha sicuramente imparata: farsi furbo e trovare la gabola. Spiace solo che il giornalista abbia scelto il solito sistema “cacca pupù” per mostrare l’accaduto.

Aggiornamento: la notizia è anche presente sulla Stampa, dove scopriamo che l’avvocato del padre del ragazzo ha affermato che il suo assistito «alla fine ha scelto di dare battaglia per l’amore che nutre nei confronti di questo ragazzino, che avrebbe voluto aiutare. Una circostanza che gli è stata impedita dalla totale assenza di comunicazioni.» Certo, virgola, certo.

Ultimo aggiornamento: 2017-10-19 16:40

5 pensieri su “Bocciatura annullata: sarà proprio così?

  1. Lele

    Sul merito sono d’accordo, e i refusi dovuti a fretta te li concedo, ma non posso tollerare che gli archeolinguisti che fra 800 anni faranno ricerche in questo blog possano pensare che il verbo incorrere nel ventunesimo secolo era transitivo.
    posso immaginare che il padre abbia sfruttato a suo favore la mancanza formale incorsa dalla scuola
    ;-)

        1. clodovendro

          “non posso tollerare che gli archeolinguisti che fra 800 anni faranno ricerche in questo blog possano pensare che il verbo incorrere nel ventunesimo secolo FOSSE transitivo.”

          Pensa a tutti quei poveri archeolinguisti che penseranno che i congiuntivi fossero morti nel XXI secolo :-P

          1. Lele

            @ clodovendro

            Non so.
            Resto convinto che il congiuntivo imperfetto vada usato se la reggente è nel passato, non nel futuro.
            In tal caso, mi suona meglio l’indicativo.
            Per cui direi: “Pensa a tutti quei poveri archeolinguisti che penseranno che i congiuntivi erano morti nel XXI secolo”.

            Sono graditi altri pareri per dirimere il dissidio linguistico :-)

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