Nella Amaca odierna, Michele Serra se la prende con Sposetti contrario alla legge sull’abolizione dei vitalizi ai parlamentari, argomentando che “se l’indicazione, per tutti, è andare verso un sistema pensionistico proporzionale ai contributi versati, non si vede perché mai i parlamentari dovrebbero fare eccezione in maniera così vistosa”. Parole sacrosante. Però a quanto mi consta le pensioni attuali dei parlamentari sono calcolate con il metodo contributivo: ci sono delle differenze a loro vantaggio rispetto a noi volgari cittadini, ma sono legate all’età pensionabile e alla quantità di contributi necessari. Il disegno di legge vuole invece ricalcolare i vitalizi del passato. Tutto è possibile, intendiamoci: mi chiedo solo se Serra sarebbe d’accordo – per equità – a vedersi ricalcolata anche la sua (futura) pensione.
Ultimo aggiornamento: 2017-08-24 11:35
Non è un sistema contributivo puro: è correlato ai contributi versati, ma non è lecito definirlo contributivo, a meno che autorizzi una media fra arance e pompelmi, entrambi agrumi ma frutti diversi.
D’altra parte le indennità parlamentari non sono stipendi. Detto questo, resta il punto di base: il ddl Richetti non cambia la posizione attuale ma quella passata.
Il vulnus è quello. Ma norme retroattive tu ed io ne abbiamo subite diverse, e pure Serra. Se per i parlamentari è la prima volta, porteranno pazienza.
La mia unica norma retroattiva che io ricordi è il contributo pensionistico suppletivo perché come telefonico avevo pagato meno contributi di un metalmeccanico.
Per quanto riguarda specificatamente la questione pensionistica, sì l’unica norma retroattiva è quella, ma in campo fiscale di esempi ne abbiamo diversi…parlando genericamente di retroattività mi riferivo al caso generale, anche perché lede in ogni caso la certezza del diritto.
È molto più sacrosanto re-introdurre un sistema retributivo.