Medium Partner Program

Medium soffre del solito problema delle aziende che offrono contenuti su Internet: come guadagnarci? Zuckerberg è riuscito a trovare la strada giusta (per il suo portafoglio): fare in modo che tutti si iscrivessero a Facebook, al che la produzione di contenuti risulta essere irrilevante (avete ben presente cosa si legge lì dentro, no?) perché i soldi arrivano da chi mette la pubblicità.
Il guaio è che questo approccio funziona per un solo attore, che poi è difficile da scalzare. E gli altri? Arrancano. Guardate Twitter, nonostante un testimonial come Trump. Medium ha lo stesso problema, acuito dal fatto che il suo modello (testi lunghi) richiede più fatica da parte di chi i contributi li deve creare, senza la facile via facebookiana del CONDIVIDI SE SEI INDIGNATO!!123! Se comprendo bene questo loro post, il modello a cui tendono è chiudere il sito a chi non paga, salvo permettergli di guardare qualcosa ogni tanto… un po’ come il Corriere, insomma. Parte dei soldi guadagnati finirà poi a chi scrive, un po’ come Kindle Unilimited.
Funzionerà? Non credo. Non tanto perché la gente non voglia pagare: ci sono mailing list a pagamento. Ma lì la differenza è che tu paghi la persona, non il modello dove non sai a priori chi leggerai. Notate che non è nemmeno il modello dei quotidiani, dove comunque tu trovi le firme degli editorialisti. (I giornali locali hanno ancora un altro modello, lo so). Diamoci appuntamento tra un anno.

Ultimo aggiornamento: 2017-08-23 11:08

2 pensieri su “Medium Partner Program

  1. mfisk

    però lì dice che se a uno non interessa di esser pagato i suoi post restano pubblici (e non specifica “per ora”)

    1. .mau. Autore articolo

      Certo, ma resterà una parte residuale come i miei post là che appaiono a ogni morte di papa.

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