Voi forse pensate di conoscere discretamente il ciclo arturiano: io sì, compresa tutte le storie della Regina del Lago e il ciclo di Jack Whyte (occhei, quello l’ho lasciato alla terza rilettura da un altro punto di vista). Ma leggendo questo libro (Marie Phillips, I cavalieri della tavola zoppa [The Table of Less Valued Knights], Guanda 2015 [2014], pag. 336, € 18,50, ISBN 9788823512719, trad. Elisa Banfi) vi accorgerete che le cose non stanno affatto così. Camelot ha anche i cavalieri di serie B e di serie C, e uno si questi ultimi si imbarca in un’impresa per sperare di riguadagnare posizioni nella classifica delle tabole. Tutti i topoi dei romanzi cavallereschi sono stravolti, e nelle prime decine di pagine sghignazzavo come un matto alle trovate della Phillips, prima di prendere il giro e limitarmi a un bel sorriso. Magia, mistero, e un po’ di burocrazia si mischiano per formare un mondo che a ben pensarci è molto più coerente di quello che di solito ci immaginiamo fosse… o forse ci sembra così perché ricorda fin troppo bene il nostro mondo. Non è un racconto per bambini, ve lo dico subito; ma gli adulti apprezzeranno certamente l’intreccio, grazie anche all’ottima traduzione di Elisa Banfi.
Ultimo aggiornamento: 2016-12-25 18:31