Il rumore che dà il titolo a questo ebook (Antonio Pavolini, Oltre il rumore, Informant 2016, pag. 102, € 3,99, ISBN 978-88-98194-66-7) è duplice. Da una parte è quello generato da milioni di persone che sembrano avere scambiato la rete per un ring dove tirare fuori i propri peggiori istinti. Dall’altro è quello cercato puntigliosamente dai vecchi media, a partire dai giornali per arrivare soprattutto alla televisione: la tesi di Pavolini è che gli old media sappiano perfettamente che nel lungo termine saranno soppiantati, ma stiano facendo in modo di rallentare per quanto possibile il loro declino, seguendo la buona vecchia strategia di lasciare il problema ai propri successori.
Io sono molto più pessimista di Pavolini e non credo che dalla rete si riuscirà mai a estrarre più segnale che rumore, per l’ottima ragione che da che mondo è mondo chi è davvero interessato alla conoscenza è una sparuta minoranza e non è che dare una piattaforma abilitante, o addirittura un nuovo paradigma, cambi le carte in tavola. Ma anche quando non ero d’accordo con le sue tesi, ho trovato il suo modo di leggere gli avvenimenti della rete davvero interessante e fuori dal coro nel vero senso del termine: non banalmente per mostrare come si è bravi a dire l’opposto di quanto blatera la massa – quello lo sanno fare in tanti, e si potrebbe quasi creare un bot che lo faccia – quanto piuttosto nel leggere quello che è capitato negli ultimi decenni e sta capitando oggi da un punto di vista diverso dalla narrazione che ci troviamo davanti tutti i giorni, che come detto sopra nasce tipicamente dagli Old Media. E anche se a me Tumblr non piace molto, non posso non essere d’accordo con lui quando mostra che non sono le major ma gli utenti a decidere quale uso fare di un’applicazione. Consiglio insomma la lettura a tutti coloro che sotto sotto qualche dubbio ce l’hanno ma non bevono le storie raccontate dai neoluddisti della rete: potranno trovare nuove tessere del mosaico che è Internet.
Ultimo aggiornamento: 2016-10-15 09:17