Mentre stavo tornando pedalon pedaloni dalla palestra in ufficio, ho visto su Viale Tunisia una nuova insegna: “CASA DEL SÌ”, un chiaro temporary store per il prossimo referendum costituzionale. Guglando ho poi scoperto che è stata inaugurata un mese fa: considerando che ci devo essere passato davanti almeno cinque o sei volte in questo mese, mi chiedo come io abbia fatto a non notarla prima.
Ma quello che mi chiedo davvero – e l’avrei fatto anche per un’ipotetica “casa del NO”, anche se lì forse qualche ragione in più magari c’è – è: ha senso una cosa del genere? A che può servire un luogo fisico? Faranno dei corsi accelerati per spiegare come funziona un referendum? Organizzeranno animati dibattiti? Consegneranno scarpe sinistre? Tranne che per quest’ultimo caso, sono tutte cose che si possono fare molto meglio sui media, e nel caso di un referendum senza nemmeno troppi costi visto che immagino che gli spazi televisivi vengano forniti con gioia e fregandosi le mani al pensiero degli spazi pubblicitari che possono vendere. Insomma, dov’è il vantaggio?
Ultimo aggiornamento: 2016-10-04 14:27
sarà un palazzo di proprietà del Pd, il vantaggio è che non si paga niente e si può magari fare presenza in un quartiere, facendosi vedere, magari facendo lavorare qualcuno. My two cents. In realtà non so.
Il fatto che tu non abbia notato l’insegna non è un problema, magari l’hanno montata da poco.
Perché farla? Per convincere il nocciolo duro dell’ANPI, ovvero tante persone che usano di striscio se non per niente Facebook e internet in generale.
Un posto dove gli umarell possano trovarsi per vedere il cantiere della nuova Costituzione da vicino.
gli umarell guardano la tv, soprattutto adesso che comincia a non fare più troppo caldo. A internet e Facebook non avevo nemmeno pensato :-)
Se consegneranno scarpe. Saranno solo e rigorosamente scarpe destre, ça va sans dire. 3:)