Squadra che vince non si cambia. Visto il successo di Matematica in pausa caffè – successo nella nicchia delle nicchie che è la divulgazione scientifica in Italia – ho scritto un sequel, come si dice oggi: Matematica in pausa pranzo, che esce oggi.
La mia filosofia di base resta immutata. Nel libro non intendo affatto insegnare matematica, né devo fare sfoggio di formule intimidenti come quelle che ogni tanto trovate nelle pagine dei quotidiani: “la formula dell’amicizia perfetta” o giù di lì. Una dimostrazione a dirla tutta l’ho scritta, ma solo perché volevo mostrare come un matematico può affrontare un problema. Per il resto ho cercato di limitarmi a quella che chiamo matematica qualitativa: capire come si può arrivare a una formulazione matematica di un problema lasciando i conti a qualcun altro, o magari a qualcos’altro. I computer sono bravi a fare i conti: lasciamoglieli e dedichiamoci alla parte più creativa. Nelle quattro sezioni del libro parlo di paradossi, rubando spesso la scena ai filosofi; di applicazioni della matematica nella vita di tutti i giorni che diamo per scontate; di un po’ di matematica che qualche professore illuminato potrebbe tranquillamente usare a lezione per attirare l’attenzione dei propri allievi; infine di curiosità che non hanno alcuna utilità pratica ma hanno la loro bella utilità per passare il tempo nell’attesa che arrivino i piatti ordinati per pranzo.
Garantisco che da questo libro non imparerete a essere matematici. Però spero possiate accorgervi che la matematica non è così brutta come la si dipinge a scuola. P.S.: se ne volete sapere di più, leggete il miniblog a http://xmau.com/wp/caffe/ .