Brexit

Quando si è scoperto che i britannici hanno scelto di lasciare l’UE, in un’ora la sterlina ha perso più del 10% del suo valore rispetto al dollaro. Il candidato dia una simulazione di cosa capiterebbe nel caso l’Italia uscisse dall’euro (con cambio iniziale 1:1, per comodità di calcolo).

P.S.: so benissimo che sono due cose diverse dal punto di vista tecnico.

Ultimo aggiornamento: 2016-06-24 10:07

17 pensieri su “Brexit

  1. enrico

    eppure c’è senza dubbio qualcuno che sul crollo di oggi, e sul “rimbalzo tecnico” di dopodomani, ci farà una bella speculazione. E ho il sospetto che questi speculatori siano più tra coloro che spingevano per remain…

    1. mestesso

      La speculazione tifava *tutta* per brexit. Il motivo è molto semplice: gli hedge fund fanno la gran parte dei guadagni proporzionalmente alla differenza di quotazione (di una valuta o di un bene). Maggiore la differenza, maggiore la scommessa di (vendita/acquisto) allo scoperto, maggiori i guadagni. Il differenziale su brexit stimato su remain era 5:1. Fai tu.
      Il rimbalzo ci sarà se e solo se ci saranno novità politiche di rilievo, altrimenti la sterlina avrà parecchi scossoni, in positivo ed in negativo, ma con preponderanza al ribasso, specie se il governo sarà costretto a bruciare le promesse già fatte sulle pensioni ed il welfare che non sarà più in grado di mantenere. E noi italiani, siamo da oggi ancora in recessione…

  2. Bubbo Bubboni

    Quando si chiede una risposta è il momento di farsi delle domande:

    1) Capirebbe a chi? Perché, come dice enrico, in un gioco a somma zero…
    2) Quale periodo temporale va considerato?
    3) Si suppone che qualsiasi altro fattore sia invariato? Perché è appena ovvio che l’incremento di produttività, il consumo di materie prime, il cambio climatico e le importazioni da Marte hanno effetti sull’economia. Se il periodo non è un punto nel tempo non lo saranno neanche gli effetti.
    4) Che io sappia non esiste una formula che lega “debolezza” della moneta e “ricchezza”. Cioè se sono un esportatore puro mi va benissimo la moneta debole, se sono un importatore puro mi va bene la moneta forte ma se non sono in una di queste due condizioni teoriche non ho una formula che mi dice cosa devo sperare e perché. Senza dimenticare che se questa formula è di pubblico dominio ricado nei problemi del punto precedente. Non si può vincere una partita a scacchi facendo le stesse mosse dell’avversario.
    5) Nessuna strada e buona per chi non sa dove andare. E la tale nazione, dopo gli anni ’50 e il relativo modello industriale, cosa vuole fare? Se non è chiaro non si può sapere di cosa ha bisogno. Così come la % di cacao non è il gusto del cioccolato, il rapporto di cambio è solo un numero, non una politica economica o un pezzo di pane intorno al ciccolato.

      1. Bubbo Bubboni

        Se una moneta si svaluta rispetto a un’altra questa si rivaluta rispetto alla prima per un principio caro a Bagnai e scoperto da un astuto personaggio dei fumetti ragionando su salite e discese.

        Se una nazione non è “stagna” (es. perchè ha una propaganda che criminalizza gli investimenti esteri e gli investimenti locali di società straniere o perché è un caso teorico e inesistente) vedere le cose solo da un lato o considerare che gli effetti siano tutti monodirezionali è sbagliato.
        Es. un patriota può acquistare un Etf short affinché lo stato possa godersi la tassazione sui relativi guadagni. Ma esattamente quei soldi li ha messi nel sistema un avido speculatore che si aspettava che un moto d’orgoglio patrio favorisse la continuazione di cessione della sovranità nazionale. (alle volte non è facile capire le posizioni dei patrioti, almeno per me)

        Ma in generale supponiamo che la capacità produttiva di una nazione sia compromessa da una certa azione folle della popolazione. La teoria vuole che la produzione di beni e serivizi sia eternamente crescente e che i consumatori (globali) vogliano sempre di più. Allora altri dovranno farsi carico di quando quella nazione non è più stupidamente in grado di produrre, prendendosi esattamente quella maggiore ricchezza e felicità a cui i primi, sfortunati, non possono più ambire. Nulla si aggiunge all’infelicità dei primi o alla fortuna degli altri.

        O no?

        1. .mau. Autore articolo

          no. Tutta la parte finanziaria nasce per creare (o distruggere, come oggi) ricchezza e avere un gioco non a somma zero.

          1. Bubbo Bubboni

            La “parte finanziaria” nasce per influenzare la distribuzione della ricchezza più di qualsiasi altro parametro. Per l’avido speculatore è meglio mangiarsi una torta piccola per intero che avere una porzione omeopatica di una torta enome che si pappano altri.

            Cmq c’è dibatto sulla questione della somma zero e molto dipende, nuovamente, dal punto di vista.
            Per un investitore il mercato finanziario è a somma zero o quasi, per l’ambiente naturale (comunque influenzato dalla finanza più immateriale) non lo è mai.

            Per me vale la teoria scientifica della generazione spontanea delle mosche: se ci sono creazioni (o distruzioni) impreviste forse non hai capito quali siano i confini del sistema.

          2. mestesso

            “Per un investitore il mercato finanziario è a somma zero o quasi”

            da che cilindro hai tirato fuori ‘sta roba Bubbo? Lo dico senza perifrasi: da qualsiasi parte la si veda è una emerita minchiata.

            Un economista direbbe che la perdita od il guadagno la puoi calcolare quando vendi o compri un bene, rispetto ad i tuoi costi. Quando fai somma zero? E’ più facile a totocalcio fare zero, oppure fare un risultato compreso tra 10 e 1?

            Nota come ho usato la parola “bene”. Include sia i beni materiali che quelli immateriali (aka prodotti finanziari vari). Ti rifaccio la domanda e voglio una risposta chiara: come e quante volte fai somma zero? Qui siamo al livello del bar sport, scambiando la Gazza col Sole.

          3. Bubbo Bubboni

            mestesso, se come investitore (soprattutto a livello del “bar sport”) vedi il mercato finanziario come a somma zero o quasi sicuramente starai molto molto meglio.

            Comunque assodato che alcuni mercati sono vicini alla zomma zero (options e futures, azioni nel breve periodo) un po’ per tutti, altri (mercato azionario in genere e nel lungo) sono più o meno a somma positiva a seconda di quanto sei reganiano o di dove metti confine e di quali esternalità consideri.

            Ma un punto credo non sia ideologico: è una questione discussa, non c’è evidenza che la somma sia sempre e comunque positiva e, su questo hai ragione, non si può sempre dire che è a somma zero per tutti e in qualsiasi momento. Questo è il punto 2 della mia risposta: per capire se una scelta economica o finanziaria è corretta o errata serve definire un periodo di tempo e, se allarghi lo sguardo, di un contesto storico.

            Come fonti puoi facilmente trovare materiale OECD, in genere per dire che la somma positiva si ottiene solo massacrando i servizi pubblici, e leggendo con cura manuali di hi-freq trading dove si sostiene che i soldi che tu prendi li ha messi nel mercato qualche stupido o qualche apposito ente.

          4. mestesso

            Comunque assodato che alcuni mercati sono vicini alla zomma zero (options e futures, azioni nel breve periodo)

            Dunque, vediamo di capirci bene. Mi stai cercando di dire che il mercato delle opzioni, se uno prendesse l’insieme di tutte le operazioni su una determinato tipo di opzione, la somma delle perdite e dei guadagni è vicina allo zero, avendo cura di scegliere una finestra temporale sufficientemente lunga?

            A parte che noto che hai perso la sicurezza (“vicino allo zero”), come fai a dimostrare un assunto del genere? Ma anche solo empiricamente, conosci qualcuno che si è messo a fare calcoli del genere? Ma ragioniamo per assurdo, e diciamo che questa somma zero sia vera. Dato che le persone che giocano sui futures sono grosso modo quelle (è un mercato molto maturo e combattivo, sono relativamente pochi grossi player che ci mettono le mani nel 90% del volume degli scambi), questo implicherebbe che, all’interno di suddetto insieme, dato un intervallo di tempo sufficientemente lungo, queste N persone non guadagnino e perdano nulla? Così, far operazioni per sport? Lo credi davvero? Pensi che il 90% faccia la cresta sul 10% dei poveracci? Davvero? Mah, sono basito.

          5. Bubbo Bubboni

            mestesso, metto solo link semplici perché dei libri grossi non ho fonti pubbliche (e forse non ho neanche tutti gli scontrini).

            Non perdo sicurezza, il tema è dibattuto (o sono tutti stupidi a porsi la questione? o la risposta è la stessa da secoli? o il ritenere a torto o a ragione che il mercato sia o non sia a somma zero non influenza i comportamenti?), ci sono opinioni diverse e giustificate da elementi che anche una rapida googolata fa sgorgare e illustra almeno nelle linee essenziali.

            Il “quasi” lo riferivo essenzialmente ai costi di transazione che riguardano solo i piccoli investitori e che portano il mercato (non voglio dirlo che poi ti arrabbi :) a un risultato a somma… beh, piiiiccoola.

            Tra l’altro il tema di fare trading per divertimento emerge anche in qualcuno di questi pochi link…

            http://www.cfapubs.org/doi/pdf/10.2470/rf.v2015.n4.1
            https://mises.org/files/not-zero-sum-game-paradox-exchange2pdf
            http://turtletrader.com/zerosum.pdf
            http://247wallst.com/investing/2007/03/08/why_trading_is_/
            http://www.investopedia.com/terms/z/zero-sumgame.asp?layout=infini&v=5A&adtest=5A&ato=3000
            http://www.benzinga.com/general/education/15/03/5346069/debunking-the-option-trading-myth-of-zero-sum
            http://investorplace.com/2011/04/are-options-a-zero-sum-game/
            http://www.dummies.com/how-to/content/day-traders-work-in-a-zerosum-environment.html

          6. mestesso

            Bubbo dei libri grossi metti i titoli che me li procuro. Sono molto curioso di vedere la qualità delle fonti, più ancora del contenuto.

          7. Bubbo Bubboni

            mestesso ma ci vuole tanto?
            Theory of Games and Economic Behavior – John von Neumann

            E’ dal ’44 che se ne discute (anzi, da Ricardo rispetto alle questioni macroeconomiche, cmq rilevanti anche sui piano metodologico se vogliamo passare al ragionamento sui mercati citati)!

            Ma il mio punto è solo che in funzione della visione ideologica la finanza produce ricchezza (anzi ci permette di sopravvivere in un mondo che non produce frutti da se) oppure la finanza distribuisce la ricchezza prodotta da ciò che non è finanza in modo “fortemente imperfetto” o varie posizioni intermedie.

            Io, che non sono stato nel congelatore dall’elezione di Reagan fino al giorno dopo il Brexit, propendo per una lettura dei mercati finanziari come gioco a somma zero (e qui ci vorrebbero duecento pagine di condizioni, se e ma e passaggi dalla macroeconomia all’ISIN del beneamato ETF short gbp che ieri sera mi ha pagato la cena da un buon greco).

            Capisco che si possa dissentire o sostenere che la tale condizione non rileva o che il mercato dei diavoletti di cartesio ha una dinamica imperfetta perché il valore affettivo… ecc. ecc. ma il tema della somma zero (o meno) è legittimamente parte della riflessione marcoeconomica e sui mercati finanziari in particolare.

            Quindi la domanda di .mau. ha risposte diverse a seconda di condizioni che non sono nel testo ma che sicuramente sono nella testa di chi risponde.

          8. .mau. Autore articolo

            @bubboni: non riesco a capire la logica che porta da un libro che studia i giochi a somma zero al dire che i mercati hanno somma zero. La buonanima di Nash si sta rivoltando nella tomba. (Ma già Nicolas Bernoulli avrebbe avuto a che dire un paio di secoli prima)

          9. Bubbo Bubboni

            Tra l’altro sconglio la lettura del libro, oramai molto meglio passare ai commenti che dei decenni successivi si sono susseguiti o anche alle semplici paginette che linkavo nel messaggio prima.

            mestesso (a me) sembrava ritenere “inammissibile” il punto che i mercati finanziari, tutti o alcuni, fossero a somma zero perché (se ho capito il punto) se lo fossero non avrebbero alcun motivo di esistere dato che nessuno fa trading per passare il tempo.

            Tu (se ho capito) dicevi che la finanza nasce per creare ricchezza aborrendo il gioco a somma zero. Ma, a mio parere, si occupa essenzialmente di redistribuire la ricchezza in modo estremamente sperequato (la qualcosa non per me è negativa è solo un fatto) e non di crearla.

            L’equazione ricardiana o la critica a Ricardo basata sulla valutazione empirica, o il libro di von Neumann, ecc. ecc. non sono la risposta puntuale a “la finanza crea ricchezza o no? i mercati finanziari sono a somma zero o no?” ma per uno che voglia sfrucugliare l’argomento io vedo solo due strade:
            – leggo ogni tanto forbes o FT o simili fonti (che io chiamo reganiane o ultraliberiste) e prima o poi becco un articolo semplice e spiritoso che mi dice che ambo le questioni nascono da falsi miti mezzo-comunisti e mi spiega perché in modo chiaro, documentato, firmato almeno da PhD o prof. de prof. lup. man.;
            – spacco il capello in quattro, mi procuro tutti gli strumenti metodologici che mi servono per valutare mercati e mondo, capisco la quantità di ideologia che è sottesa a quello che uno studente di terza elementare considererebbe essere matematica e poi ho la mia opinione o aderisco a quella altrui.

            Ma io voglio “difendere” solo un punto “”contro”” mestesso. Il tema della somma zero per mercati e finanza in genere esiste, è discusso da decenni da stupidi e da luminari, non ha risposte semplici e scontate ma, a mio parere ha. almeno per ora risposte rigorosamente ideologiche.

            Quindi non c’è da essere “basiti” se si pone la questione che i mercati finanziari siano a somma zero oppure no e che la finanza in genere crei ricchezza o si limiti a distribuirla. Ambo le questioni sono questioni “lecite” e discusse da decenni tuttosommato senza che argomenti schiacchianti le abbiano liquidate per sempre.

            E il brexit? E’ una questione lecita o, esattamente come per i temi sopraindicati, alcuni ritengono che la domanda non vada neppure posta? ;-)

        2. mestesso

          .mau., da buon matematico, ha un approccio teoretico e (condivido in pieno) ti ha detto che tutto il libro di Von Neumann non c’entra una beneamata cippa con la tua tesi. Alias, qualunque cosa si dica dentro quel libro (in termini di lemmi e teoremi) non ha alcuna rilevanza sulla validità/falsità tua asserzione.

          Io (che sono un non-teorico) dico semplicemte questo: se il gioco è a somma zero, lo è per puro caso d in finestre temporali non prevedibili a priori. Se così non fosse, nessuno guadagnerebbe niente alla lunga, dato che le transazioni perderebbero di valore via via che passa il tempo. Allora sì che sarebbe a somma zero :)

  3. enrico

    allora bisogna intendersi anche su cosa è speculazione. I grandi investitori e i grandi organismi mondiali che “reggono la finanza” (qualunque cosa ciò significhi) …quelli che determinano i tassi di interesse…quelli che hanno inventato i prestiti a tasso negativo…questi erano remain

I commenti sono chiusi.