Lavorare troppo, lavorare male

Avrete tutti sentito parlare della polemica tra alcuni sindacati e il nuovo sovrintendente della reggia di Caserta Mauro Felicori, partita da questo articolo del Mattino (qui e qui il prosieguo della storia). Saprete che il documento inviato da alcuni rappresentanti sindacali afferma tra l’altro che «Il Direttore permane nella struttura fino a tarda ora, senza che nessuno abbia comunicato e predisposto il servizio per tale permanenza. Tale comportamento mette a rischio l’intera struttura». Saprete che il PresConsMin Matteo Renzi si è affrettato a scrivere sull’organo ufficioso del governo (la sua pagina Facebook) «Questo direttore lavora troppo. Così non va. Questo il grido d’allarme lanciato contro il nuovo direttore della Reggia di Caserta, Mauro Felicori. L’accusa sembra ridicola, in effetti lo è. I sindacati che si lamentano di Felicori, scelto dal governo con un bando internazionale, dovrebbero rendersi conto che il vento è cambiato. E la pacchia è finita!» Saprete che persino Susanna Camusso per una volta è d’accordo con Renzi e che la UIL casertana ha sospeso i suoi iscritti che hanno firmato la lettera. Ma sapete esattamente cosa c’è scritto in quella lettera, inviata a Giampaolo D’Andrea, Antonia Pasqua Recchia e Ugo Soragni (rispettivamente capo di gabinetto e segretario generale del MiBACT e responsabile della Direzione generale dei musei)?

Io non lo so, non sono riuscito a trovarla. Non che io non mi fidi che le frasi riportate nell’articolo del Mattino siano tutte presenti in quella lettera: ma è chiaro che l’articolo in questione racconta una storia – quello che oggi tutti chiamano “storytelling”, insomma – e quindi è costruito in un modo specifico. Senza però il testo completo non posso fare una traduzione dal sindacalese stretto e farmi un’idea più specifica. Per dire, tra i miei amici c’è chi ha fatto notare come i dipendenti della reggia di Caserta non erano noti per la flessibilità nei loro incarichi e che il vero problema era quello; un altro ha ricordato che la reggia non è esattamente una tipica palazzina da uffici, e fermarsi dopo l’orario di chiusura implica effettivamente una struttura di sicurezza – che non è compito dei dipendenti, in realtà, ma di aziende apposite – completamente diversa. Di nuovo, quale sarà la causa principale della lettera? Potrei propendere per la prima, visto che nelle mie ricerche ho trovato questo comunicato più che unitario, che letto tra le righe non è semplicemente una schermaglia sul numero massimo di dipendenti comandati al lavoro durante le assemblee ma parla della riorganizzazione generale del servizio. Però è anche vero che Cgil e Cisl, che avevano firmato quel comunicato, non hanno poi scritto al Mibact.

In definitiva io non posso fare altro che sospendere il giudizio, perché non ho abbastanza fatti a disposizione per crearmelo. Io non ho nulla contro i commenti, è quello che faccio regolarmente quando scrivo. Ma perché si lavora troppo sui commenti e si lavora male non fornendo i fatti?

Aggiornamento: (12:30) Grazie al Post ho finalmente potuto leggere il famigerato comunicato. (Lo so che parlare bene del Post è per me un conflitto di interessi, però è uno dei pochi posti dove trovo anche i link ai fatti. Da questo punto di vista è una rara avis.) Traducendo dal sindacalese, gli estensori di quel comunicato si lamentano perché (a) Felicori fa aprire le sale della reggia con un numero di custodi inferiore a quello necessario, invece che chiuderne alcune; (b) sta spostando alcuni dipendenti dalla parte di accoglienza e vigilanza a quella amministrativa senza parlarne con i sindacati; (c) vengono organizzati eventi non direttamente legati al museo ai quali vengono assegnati dipendenti al di fuori del loro orario di lavoro; (d) non è stato specificato il ruolo della funzione di accoglienza e vigilanza (no, non ho capito cosa voglia dire). Poi l’ultima parte, riguardo al conflitto tra autonomia, regolamenti e necessità di far crescere gli introiti, è arabo persino per uno come me abituato a leggere comunicati sindacali. La parte dello “stare fino a tardi” è giusto un inciso.

Questa è ovviamente solo una faccia della medaglia: tanto per dire, non sappiamo se il museo è così sotto organico per ragioni strutturali (pochi assunti) o perché l’assenteismo è ben al di sopra della norma; io almeno non so come sia normato il lavoro straordinario o fuori orario in questo campo, né se sono previste manifestazioni esterne nei musei, anche se credo proprio di sì. Però trovo molto interessante che da tre giorni si stia parlando del direttore che sta nella Reggia fino a tardi e non di tutto il resto. È possibile che quei sindacalisti stiano difendendo i colleghi sempre in malattia: ma noi non lo possiamo sapere. Quello storytelling è ormai consunto per il troppo uso, e quindi bisogna trovare una nuova idea. Simpatico, no?

Aggiornamento: (17:20) da Facebook è spuntata la lettera originale dove si può vedere che l’iniziativa non è delle sole RSU ma anche del sindacato, e soprattutto che la CGIL era tra i firmatari, cosa che dagli articoli che ho letto non era affatto apparsa.

Ultimo aggiornamento: 2016-03-05 17:27

6 pensieri su “Lavorare troppo, lavorare male

  1. Carolina

    Secondo me bisognerebbe capire:
    – come mai questa persona lavora così a lungo (più che tanto.. che lavori tanto infatti non lo sappiamo.. sappiamo che fa tardi in ufficio). Ha problemi in famiglia per esempio?
    – Poi bisognerebbe accertare se comunque lavora bene. Se lavorasse bene sarebbe bruttissimo fargli le reprimende perché lavora tanto. Una cosa molto italiota.
    – E se lavora tanto e male come dici tu? Sempre capire il perché magari con qualche dirigente che sappia farsi spiegare i suoi problemi e poi raccomandargli per iscritto degli altri orari.
    My two cents.

    1. .mau. Autore articolo

      @Carolina: da dove avresti dedotto che io abbia riferito a Felicori il “lavorare tanto e male”? Basta leggere l’ultimo mio paragrafo per vedere che io mi lamento di non poter avere i fatti a disposizione perché i vari media lavorano tanto (con i commenti…) e male (senza fatti).
      Entrando nel merito: se Felicori avesse problemi con la famiglia sarebbero problemi suoi e non se ne dovrebbe parlare né in questa sede né in quella sindacale. Comunque il primo articolo del Mattino (quello dello storytelling…) dice che fa venire giù la moglie nei weekend per visitare insieme il casertano. Lavora bene? boh. Non so come si misurino gli obiettivi: i dati che si hanno sono un aumento del 70% dei biglietti venduti (e di più del 100% degli incassi) nel febbraio 2016 rispetto al 2015, e il flop di un’apertura fino a mezzanotte di fine 2015 quando nelle ore serali sono stati staccati quindici biglietti secondo il comunicato più che unitario.

  2. Giuseppe

    > Ma perché si lavora troppo sui commenti e si lavora male non fornendo i fatti?

    Beh, perché è molto più semplice montare una polemica sul nulla e guadagnare clic sui propri siti.

  3. .mau. Autore articolo

    Ah, ho trovato il comunicato e ho fatto un ampio aggiornamento al mio post (forse valeva la pena farne uno nuovo, ma non ho bisogno di aumentare il numero di visite al blog :-) )

  4. Gennaro

    Leggendo qua e la’ mi pare di aver capito che (cito a memoria): (1) Il direttore non si limitava a lavorare sino a tardi, ma ha anche fatto altre cose, come impedire ai dipendenti di girare il parco con la propria macchina privata (!) ed impor loro di utilizzare la divisa. (2) La Reggia di Caserta e’ sotto sorveglianza 24 ore su 24, dunque la presenza fuori orario del direttore non presenta alcun problema di sicurezza. Per me quello che e’ successo e’ chiaro: il nuovo direttore sta cercando di rilanciare il monumento facendo lavorare per bene i NUMEROSI dipendenti, la cosa ha dato fastidio ed i sindacati come da tradizione si sono mossi attaccando il direttore ovunque potevano trovare un appiglio. Purtroppo per loro hanno scritto qualcosa di troppo e Renzi ha risposto da par suo (e’ maestro in cio’) scatenando i cani mediatici contro i fannulloni e contro i sindacati nella loro manifestazione peggiore. Sto col direttore e sto con Renzi. Non credo che lavorare oltre l’orario previsto (con straordinari pagati?) sia di per se’ una cosa lodevole, ma lodevole e’ l’intenzione di cambiare una situazione relativamente degradata e rilanciare un monumento che se fosse per chi vuole lascaire inalterato lo status quo resterebbe a marcire, ed i risultati sembrerebbero dar ragione al nuovo direttore. Conosco la Reggia abbastanza bene: parco e palazzo sono in buone condizioni, talvolta il parco trattato un po’ male, i rari gabinetti spesso in condizioni inaccettabili, parcheggio e piazzale antistante una vera vergogna.

    1. .mau. Autore articolo

      @Gennaro: ovviamente nel comunicato non si parla di auto private ;-)
      Sul numero di dipendenti: dovrebbero essere in media 54 per turno, ma non essendo mai stato alla Reggia non so dire se siano tanti o pochi. Sicuramente deve essere un lavoro non pesantissimo, se non vogliono essere comandati a incarichi amministrativi che io pensavo fossero più importanti.
      Occorre però aggiungere che il giornalista che dieci giorni dopo il comunicato ha scritto l’articolo vorrebbe fare il sindaco di Marcianise, e le malelingue dicono che deve dimostrare di essere renzianissimo. Insomma, come capita quasi sempre, non è facile capire cosa sta davvero succedendo.

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