Come sapete, a me i libri piacciono, e quindi sono attento a cosa succede nel mondo dell’editoria. Dopo aver parlato della Nave di Teseo intesa come futuro editore, ho così letto la risposta che Marina Berlusconi, presidente di Mondadori, ha fatto pubblicare sul Foglio.
Io ho avuto a che fare con Mondadori solo una volta, quando traducemmo Anelli nell’io, e vi assicuro che non c’è stato problema alcuno. (La mia sensazione è che i libri portino così pochi voti, a differenza per esempio della televisione, che Silvio si sia davvero preso Mondadori per mostrare di essere un illuminato uomo di cultura, e sia più attento a che l’editore faccia utili che a quello che scrive. Ma sono andato fuori tema). Quindi posso immaginare che Elisabetta Sgarbi abbia davvero chiesto di comprarsi Bompiani, e Marina Berlusconi abbia risposto di no per chissà quali ragioni. Quello che non mi torna è la ragione riportata nell’articolo, che cioè «un editore non può permettersi di trascurare gli equilibri economici». Se avesse detto che l’offerta proposta dalla Sgarbi era ridicola – non con queste parole, chiaro, ma la Berlusconi non ha certo problemi a trovare quelle giuste – non ci sarebbe stato nulla di strano. Invece l’attacco è stato tutto rivolto contro le affermazioni dell’interlocutrice, e su come Mondadori prima e Mondazzoli oggi sia una grande realtà. Ecco, a me questo ha fatto davvero più paura dell’acquisizione di Rizzoli Libri, che come sappiamo tutti non è certo messa molto bene economicamente. Bompiani era davvero la gallina dalle uova d’oro in RCS? Oppure l’acquisizione serve davvero per creare un quasi monopolio?
Ultimo aggiornamento: 2015-11-26 11:54
“(La mia sensazione è che i libri portino così pochi voti, a differenza per esempio della televisione, che Silvio si sia davvero preso Mondadori per mostrare di essere un illuminato uomo di cultura….
L’accoppiata tv+libri è vincente dal punto di vista commerciale: la tv pompa i libri di casa ed i libri (in parte) vengono fatti dalla TV (sotto forma di autori che sono gente di spettacolo oppure la storia TV che diventa libro o viceversa), con risparmio di diritti incrociati.
Per il resto, la mia teoria è la seguente: la Sgarbi ha proposta una sua linea commerciale/editoriale che si smarcava dalla linea della Berluskaiser (alias gli autori sono del mio parco macchine e li gestisco io), e lei ha detto no, non ci sto. Dato che due galli in un pollaio non possono convivivere, se ne è andata implementando quello che si erano (i membri del consorzio ora casa editrice) si erano messi d’accordo prima della fatidica riunione.
Va da sé che togliere vacche dalla stalla comune è una perdita, inoltre dato che in campo editoriale oggi la Berluskaiser è un vero kaiser non è bello dal suo punto di vista che la presa di potere mostri incrinature, anche perché qualcun altro potrebbe essere tentato dallo “strappo”, e qui mi fermo…
A me non torna (del tutto) la scelta di pubblicare questi strali sul Foglio, che tra le testate vicine al babbo non è certamente la più significativa.
«e chi invece avrebbe capito tutto, dei libri ma naturalmente non solo».
«chi mostra una tale arroganza e un tale disprezzo verso le opinioni e le posizioni altrui non mi dispiace affatto».
A confronto io e gnugnu abbiamo scherzato! #DonneInCompetizione
E’ significativa eccome…il Foglio per la famiglia è come era vent’anni fa l’Unità per il PCI. Può ospitare contenuti non allineati, ma ospita sempre l’ideologia statutoriamente definita. Le altre pubblicazioni (essendo di massa e non elitarie come il Foglio) hanno come priorità semiassoluta il guadagno. Il Foglio no.