Sabato scorso c’è stata una chiamata alle armi alla scuola dei gemelli. Nella fattispecie, almeno per noi genitori di prima elementare, c’era da rimettere in sesto una piccola classe che dovrebbe diventare un laboratorio, da quello che ho capito. Come sapete, quella scuola è molto multietnica: il volantino che pubblicizzava l’iniziativa – e che avrebbero anche potuto mandare un po’ prima… – era scritto in italiano, inglese, spagnolo, cinese e arabo. Risultato: sabato mattina c’era una quindicina di persone: italiani (maschi e femmine: c’era anche da fare un collegamento elettrico volante ad altezza fuori dalla portata dei bambini) e alcune donne arabe e musulmane (a quanto pare c’è una mamma che è molto impegnata e convoca le sue amiche). Nessun maschio arabo, nessun ispanico, nessun cinese.
Non ho dati a sufficienza per tirare fuori un’analisi: per quanto ne so, quei genitori il sabato mattina lavorano come e più degli altri giorni e quindi non potevano essere a scuola. Non so nemmeno dire quale sia la percentuale di italiani (e di donne arabe) che si è presentata sul totale dei genitori: e detto tra noi se ci fosse stata più gente non si sarebbe saputo cosa fare loro. Però lo sguardo di insieme è stato interessante.