Reductio ad Netanyahum

Probabilmente sapete tutti cos’è la “reductio ad Hitlerum”; la frase in latinorum indica come in una qualunque discussione in rete appena un po’ accesa prima o poi qualcuno si mette a citare Hitler e l’olocausto. Non è così strano quindi che il premier israeliano Bibi Netanyahu, che sicuramente ha più titoli di me per farlo, abbia citato Hitler: un po’ più strano che abbia affermato che Hitler non voleva uccidere gli ebrei ma solo mandarli tutti via dalla Grande Germania, e cambiò idea solo a novembre 1941 dopo un colloquio col Gran Mufti di Gerusalemme. Certo, poi ha detto di essere stato frainteso, ma solo dopo essere stato sbugiardato… dai tedeschi.
È vero che come ci sono degli storici negazionisti ci sono anche degli storici “minimizzalisti” che appunto negano che la Endlösung consistesse nello sterminio degli ebrei; ed è anche vero che formalmente non esiste nessun documento con la firma di Hitler che metta nero su bianco lo sterminio. Ma è anche vero che esistono testimonianze scritte precedenti al famigerato incontro del novembre 1941, che poi oggettivamente ha un’importanza minima tra gli eventi della seconda guerra mondiale. Ma tutte queste cose Netanyahu dovrebbe saperle come e meglio di me: perché allora ha tirato fuori questa storia? Semplice: per avere un aggancio nella sua lotta senza quartiere contro tutti gli arabi. Capisco la sindrome da accerchiamento, che è anche giustificata: ma così mi pare un po’ esagerato…

Ultimo aggiornamento: 2015-10-22 10:55

8 pensieri su “Reductio ad Netanyahum

  1. un cattolico

    Parte fuori tema:

    «la “reductio ad Hitlerum”; la frase in latinorum»

    Hai mai pensato al fatto che per non essere in latinorum bastava lasciare il cognome inalterato?

    Pensa alla nota frasetta che il cardinale protodiacono declama dalla loggia di San Pietro: “Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam! Eminentissimum ac reverendissimum dominum, [dominum][*] , Sanctæ Romanæ Ecclesiæ Cardinalem qui sibi nomen imposuit .

    [*] mai capito perché lo ripetano… enfasi barocca e come tale esteticamente discutibile.

    Parte in tema:

    «nella sua lotta senza quartiere contro tutti gli arabi. Capisco la sindrome da accerchiamento, che è anche giustificata»

    È giustificata? Non ho mai approfondito seriamente la questione palestinese, ma a giudicare da quello che ci propinano i media nazionali sembrerebbe che le ragioni israeliane si stiano sgretolando ogni giorno di più coll’aumentare della loro violenza.

    1. un cattolico

      Azz, mi ha tolto la parte esplicativa, perché l’ho messa tra simboli di minore e maggiore, scusa, voleva essere:

      Pensa alla nota frasetta che il cardinale protodiacono declama dalla loggia di San Pietro: “Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam! Eminentissimum ac reverendissimum dominum, [dominum][*] [nome dell’eletto in accusativo], Sanctæ Romanæ Ecclesiæ Cardinalem [cognome dell’eletto non tradotto] qui sibi nomen imposuit [nome da papa in accusativo, più eventuale ordinale].

    2. .mau. Autore articolo

      certo che senza la desinenza farlocca in -um la frase sarebbe perfettamente latina, ma è proprio per quello che le si mette la desinenza, no?

      Non sono un grande esperto di Medio Oriente, ma non è un caso che io abbia scelto di citare un quotidiano israeliano, ancorché di sinistra e quindi anti-Netanyahu, e non l’italica stampa. Quello che mi pare di aver capito è che il mondo arabo è molto più variegato di quanto ci viene proposto, anche senza considerare Isis, e che in realtà la protesta palestinese viene fomentata ad arte da chi non ha intenzione di trovare una soluzione. Poi certo il governo israeliano ci mette molto del suo.

  2. un cattolico

    «certo che senza la desinenza farlocca in -um la frase sarebbe perfettamente latina, ma è proprio per quello che le si mette la desinenza, no?»

    Non è così scontato dai: il nome “va” tradotto (sarebbe meglio dire: “la Chiesa ha scelto di tradurlo”, essendo l’unica istituzione che ancora ha interesse a tradurre qualcosa in latino, a parte istituti di ricerca e formazione come l’Accademia Vivarium Novum). Ma in passato come sappiamo traducevano eccome anche il cognome.

    «Quello che mi pare di aver capito è che il mondo arabo è molto più variegato di quanto ci viene proposto, anche senza considerare Isis»

    Ho avuto la stessa impressione chiacchierando del mondo arabo con un mio amico sacerdote copto cattolico che lavora alla Congregazione per le Chiese orientali, che per lavoro ha rapporti con arabi di ogni dove.

    1. .mau. Autore articolo

      nì, Alcuni nomi ebraici sono declinati, soprattutto se assomigliavano ai latini (Maria, -ae, Johannes, -is; già Jesus ha una sua declinazione particolare (tutti i casi obliqui sono in -u); ma per esempio Benjamin non è declinato, vedi qui.

      1. un cattolico

        Giusto, ci sono molte eccezioni storiche, per quanto sai se applicano tuttora questa regola, visto che stavamo parlando di nomi (non biblici) tradotti attualmente?

        Tu sei per la corrente “J” anziché “I” o oscilli pure tu? :)

        1. .mau. Autore articolo

          mozione J, per colpa dell’inglese. Sulla regola applicata attualmente non so, ma credo che si tenda a non declinare.

  3. mestesso

    Personalmente non credo che la frase sia stata detta “di pancia” ma pensata e detta con premeditazione. Il governo N esiste perché la parte ortodossa gli dà una mano, altrimenti sarebbe a fondo da tempo. Solo che questa parte va accontentata, e la frase è stata detta (e poi ritirata) per accontentare gli uni senza scontentare troppo gli altri.

    Io che il mondo arabo sia molto vario lo penso da quando l’ho visitato la prima volta molti anni fa…

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