Nella prefazione di questo libro (Siobhan Roberts, Genius at Play : The Curious Mind of John Horton Conway, Bloomsbury 2015, pag. 480, $ 30, ISBN 9781620405932) si spiega che John Conway ha un ego così grande che si è scelto di usare una font specifica per trascrivere le sue parole Questo dovrebbe far capire a che tipo di biografia ci troviamo davanti. Non so esattamente quanto Conway sia noto al grande pubblico italiano: forse qualcuno conosce Life, che in fin dei conti è solo stato un suo interludio giovanile e che ormai lo infastidisce anche un po’. Come biografia il libro è probabilmente troppo involuto: c’è una specie di filo conduttore ma si continua a saltare dal passato al presente, e la memoria di Conway per minuzie come i dettagli della sua vita è praticamente nulla. Diciamo che la struttura del libro assomiglia molto a quella dell’ufficio di Conway. In compenso, quasi come un documentario – probabilmente se ne tirerebbe fuori uno niente male – le interviste ad altri nomi sacri della matematica sono interessanti perché ci permettono di vedere la matematica della fine del ventesimo secolo in modo più ampio. Non preoccupatevi se non avete mai capito nulla di matematica: continuerete a non capirla. Ma se siete attenti potrete capire perché c’è gente che la ama così tanto.
To’, è almeno il secondo libro dedicato a uno degli autori dell’Atlante dei gruppi finiti. Ma temo che gli altri tre siano meno pittoreschi…