Con la storia che sono in vacanza e ho poca voglia di approfondire le questioni che campeggiano sulle italiche notizie mi ero perso i funerali di Vittorio Casamonica e le dichiarazioni del parroco: “Rifarei il funerale di Vittorio Casamonica? Probabilmente sì, faccio il mio mestiere. Io qui ho fatto il prete, non spettava a me bloccare un funerale”.
Sono andato a rileggere quello che avevo scritto quando Piergiorgio Welby morì (e i funerali non si tennero in quella stessa chiesa). Il principio di non negare a nessuno un funerale resta. Carrozze, Rolls-Royce e petali di rosa lanciati dall’elicottero sono fuori dalla giurisdizione religiosa. Ma qualcuno in parrocchia avrà ben dovuto dare il permesso di appendere sopra l’ingresso della chiesa lo striscione “hai conquistato Roma, ora conquisterai il Paradiso”, no? E a don Giancarlo Manieri non è venuto in mente proprio nulla a quel punto? Certo, aveva tutti i diritti di fare il don Abbondio, ma sarebbe bastato contattare la Curia e dispiacersi di non poter fare lì quel funerale per ordini superiori. Sappiamo tutti che i funerali non si fanno per i morti ma per i vivi, ma ci sono dei limiti al come si fanno. E il mestiere di prete è anche quello.
Ultimo aggiornamento: 2015-08-21 17:34
Sarà ma secondo me pure te non avresti fermato 200 Casamonica (due dei presenti con permesso speciale per non rispettare gli arresti domiciliari, alla faccia che lo Stato non sapeva di che portata sarebbe potuto essere l’evento) che appendevano uno striscione. Ammesso che il prete li abbia davvero visti. Non so da te ma qui i preti restano dentro per tutto il tempo e non hanno idea di cosa accade nel sagrato…
Ah Codice di Diritto Canonico alla mano giusto il Papa (che è al di sopra del Codice) può negare le esequie a un boss. Mentre negarli a Welby è e resta perfettamente in linea col CDC.
Comunque faccio mie le parole di don Manieri: “Possibile che un boss della portata di chi mi descrivete fosse a piede libero?” (E se lo chiedono tutti i romani…).
Per farti capire il livello di violenza di questi nomadi rudi arricchiti con furti, droga e estorsioni, che hanno superato indenni anche i nemici del tempo (Banda della Magliana) e che resistono alle incursioni della Camorra a Roma… ti racconto di un mio amico che ai tempi che furono controllava i biglietti a Fiesta (eventi musicali estivi) che fermò due di loro, ignorando chi fossero, perché privi di biglietto. Un collega gli chiese di farli passare subito perché erano Casamonica e se avesse fatto l’integerrimo avrebbe rischiato vendette certe…
Lo Stato sequestra loro beni su beni e loro possono ancora permettersi un carro trainato da 6 cavalli con fregi dorati, macchine di lusso, elicotteri, ville kitsch con porticati con colonne doriche… etc etc etc…
Lo Stato ha perso.
Non avrebbe mai potuto bloccare la cosa né gliel’avrei chiesto, ma una telefonatina in Vaticano l’avrei fatta.
Quanto alle esequie, il canone 1184 comma 3 del Codice di Diritto Canonico mi pare si possa applicare qua come e più che per Welby.
Fosse per me, io avrei seguito l’aurea massima “in dubio pro reo” e avrei permesso esequie private in entrambi i casi, proprio per evitare lo scandalo; il tutto sempre pensando ai vivi e non ai morti, che per l’appunto sono morti.
Il caso Welby era pubblico, lui pubblicamente rivendicava il suo “diritto” al suicidio assistito.
Quanti romani conoscevano quel Casamonica prima del casino mediatico?
Le esequie a Welby anche se in forma privata avrebbero attirato troupes televisive vanificando il non dar scandalo.
Per me il Vicariato (e non il Vaticano) l’aveva chiamato. Ma Vallini non è Ruini. Rimpiango il coraggio di Ruini di risultare impopolare.
Purtroppo ho esperienza recentissima e diretta di un funerale e proprio per questo mi sembra impossibile che il prete non sapesse nulla o perlomeno che non avesse visto gli striscioni. Nel nostro caso, il prete conosceva il defunto eppure ha fatto varie domande “di verifica” e ha voluto discutere tutti i dettagli perché il suo ruolo non riguardava solo la cerimonia funebre ma anche la partenza del feretro, l’arrivo in chiesa e poi l’eventuale percorso dalla chiesa fino al cimitero.