È sicuramente colpa mia, non ho problemi ad ammetterlo. Però non sono riuscito a capire cosa David Bidussa ha voluto fare con questo breve ebook (David Bidussa, I Purissimi : I nuovi vecchi italiani di Beppe Grillo, Feltrinelli ZoomMacro 2014, pag. 70, € 1,99, ISBN 9788858851838). La tesi di base, con le parole di Bidussa stesso, è «[…] la costruzione dell’intelligenza collettiva che transita e si definisce attraverso le pagine di beppegrillo.it non è diversa dalla struttura gerarchica del partito tradizionale: un vertice che decide una linea; dei volenterosi esecutori che entusiasticamente ripetono le formule; la percezione di partecipare alla preparazione di un edificio, di cui non si governano le regole di definizione e all’interno del quale si trasportano parole, ma non si creano nuovi significati.», e fin qua non c’è nulla da eccepire. Ma non sono riuscito a capire come tutte le dotte citazioni e l’aulico testo intorno a questa frase contribuiscano a spiegare la tesi. Per esempio, è molto interessante la parte finale, sul testo di Pericle “Noi ad Atene facciamo così”, dove Bidussa fa notare non solo che il testo che la coppia Grillo-Casaleggio presenta è ben diverso dall’originale ma anche che il primo a compiere questa operazione di adulterazione è stato Paolo Rossi. Bene: che vuol dire tutto questo? Che Paolo Rossi è un grillino ante litteram? Che Grillo-Casaleggio copiano senza problemi tutto quello che serve a loro? Che il tipico pentastellato non va a cercare da dove arrivano i dettami dei Capi? Sarà appunto colpa mia, ma non l’ho mica capito.
Il risultato pratico è che chi è d’accordo è felicissimo di avere ragione, e chi è contrario continuerà a esserlo anche se non lo fosse per partito preso: non esattamente un grande risultato, no?