Finché prescrizione non vi cancelli

Toh. Silvio Berlusconi è stato condannato in primo grado per corruzione nella vicenda della compravendita dei senatori (ricordate De Gregorio e Lavitola?), ma tanto tra quattro mesi scatterà la prescrizione e i giudici di appello non faranno altro che prenderne atto. A pensar male si fa peccato, ma è difficile togliermi dalla testa che la Procura di Napoli si è giusto fatta un po’ di pubblicità, ben sapendo che alla fine non sarebbe certo stato questo un procedimento che avrebbe macchiato la fedina penale dell’ex PresConsMin: né serviva questo processo per modificare il giudizio storico su di lui.

Continuo a non comprendere perché non si riformi una volta per tutte l’istituto della prescrizione, tagliando i tempi ma limitandola al periodo da quando è stato commesso il fatto al momento del rinvio a giudizio. Aggiungiamo naturalmente a tutela dell’imputato dei tempi massimi per PM e giudice per quanto riguarda le loro operazioni, ma il punto di base dovrebbe essere che una volta che il processo è partito esso deve terminare seriamente, e non ai tarallucci e vino dello “scusate, si è fatto tardi”…

Ultimo aggiornamento: 2015-07-08 22:14

9 pensieri su “Finché prescrizione non vi cancelli

  1. C.

    Basterebbe limitarla al primo grado. Gli altri gradi decide di farli l’imputato e non dovrebbe trarre vantaggio da una propria scelta.

  2. C.

    Certo, ma si potrebbe stabilire che in quel caso la prescrizione potrebbe continuare a decorrere.

  3. layos

    Secondo me la questione riguarda la possibilità del PM di ricorrere in Appello. Se si eliminasse questa possibilità si potrebbe limitare la prescrizione al primo grado di giudizio, perché l’eventuale allungamento del processo sarebbe esclusiva responsabilità dell’imputato.

    Sul fatto che sia stata solo una grande azione pubblicitaria lo dimostra il fatto che a suo tempo venne negato il giudizio immediato, che avrebbe consentito tempi contingentati e sentenze già 2 anni fa.

  4. marcoboh

    stamattina al gr3 un sedicente esperto commentava che “non c’è niente di strano”, per un parlamentare, nel cambiare schieramento; dato anche il fatto che non c’è vincolo di mandato.
    nessuno che gli abbia fatto notare che lo “strano” non è cambiarlo in sé, ma cambiarlo a pagamento.

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