Stavo cercando un libro che non è presente nel circuito bibliotecario milanese (Sormani e biblioteche di quartiere), e Virginia mi ha consigliato di andare alla Braidense. Così, dopo quindici anni che vivo a Milano, mercoledì ho preso la bicicletta, sono andato a Brera e ho cercato questa biblioteca. Entrandoci mi è venuta la sindrome di Stendhal: è un posto semplicemente favoloso, quello che uno si immaginerebbe in una biblioteca dell’Ottocento – o forse addirittura del Settecento. Saloni altissimi e decorati, con tutte le pareti piene di libri; le vetrine in mezzo alla sala; il soggettario nei cassetti in legno. Poi ho scoperto che per entrare non posso avere con me uno zaino (va bene) ma neppure il mio marsupio, che è grande ma non è che possa contenere libri; quindi sono ridisceso, ho messo tutta la roba nell’apposito armadietto, e sono risalito. Ah: nel foglietto di ingresso è stato coscienziosamente aggiunto il numero dell’armadietto, sia mai che rubassi la chiave. Anche il prestito mi è stato impossibile: per essere ammessi al prestito non c’è da pagare nulla, ma bisogna avere una foto.
Così sono ripassato oggi, sempre a pranzo, sempre con una temperatura che non è adatta alla vita umana, e con una foto del formato indicato nel mio foglietto. L’impiegato mi ha guardato e mi ha fatto “non ce l’ha un po’ più grande?” Eh sì, perché la tessera (rigorosamente cartacea, e rigorosamente scritta a mano) della biblioteca prevede uno spazio foto di dimensioni quadruple (entrambi i lati doppi). La foto più grande ce l’avevo con me, anche se ovviamente l’avevo lasciata nel marsupio che avevo lasciato nell’armadietto: nuovo giro e finalmente ho potuto prendere in mano il libro che cercavo.
Ah: in mezzo a tutta questa burocrazia asburgica mi preme segnalare che la richiesta di prestito l’avevo comodamente fatta la mattina dal mio pc, usando l’OPAC locale della biblioteca per trovare i dati e indicando che sarei passato in giornata a ritirarlo. Questo per rimarcare come la fruibilità pratica è ottima (sempre che uno sia in grado di farsi gli scaloni per salire al piano della biblioteca), anche se occorre prima prendere le misure!
Ultimo aggiornamento: 2015-07-03 15:09
Sul sito dicono che bisogna anche portarsi il CF. E la candela di sego? (A parte il sarcasmo, sarei curioso di visitarla.)
il CF serve per l’accesso alla lettura delle opere in consultazione, per guardare la biblioteca non è necessario :-)
Non ho parole, solo parolacce (in qualche lingua arcaica). Anche le biblioteche storiche dovrebbero andare al passo con i tempi. Prendila come un salto indietro nel tempo di almeno 20 anni… e aggiungo che, per fortuna, nella maggior parte delle biblioteche italiane (anche piccole e piccolissime) ormai la procedura è assai più snella!
Mah, io ricordo la Nazionale di Torino dove negli anni ’80 dovevo pagare ogni anno cinquemila lire (che dovevano essere una cauzione, ma non mi restituivano mai…) e una malleveria di un professore universitario (sfruttavo il buon don Bellone). Qua l’unica cosa che non capisco è la foto, che fa poi richiedere la tessera cartacea. Per il resto la procedura è più semplice di quella nelle civiche, la richiesta la faccio da casa!
Quello che mi fa strano è che tu non ci fossi mai stato :) Comunque la questione della tessera è così credo dal 1998
@xlthlx: semplicemente mi bastavano le biblioteche rionali o al più la Sormani :-)