Lo sboom naturalmente è quello di Matteo Renzi. Chiaramente ognuno avrà la sua spiegazione: la mia – che vale un po’ meno delle altre, visto che di politica ci ho sempre capito poco o punto – è che chi l’anno scorso votò PD come apertura di fiducia a Renzi abbia deciso che in quest’anno non ha combinato nulla di valido, e che un governo dei tweet non va da nessuna parte. Non che alternative a sinistra ce ne siano: basta vedere il risultato di Pastorino. Anche se si sommassero a Paita i voti disgiunti e quelli alla lista civatiana, sarebbe comunque rimasta dietro Toti, il che è tutto detto. Il centrodestra ha una maggioranza risicatissima (16 seggi su 31), in bocca al lupo.
Ma credo che sia molto più interessante osservare il risultato della Lega. In Liguria ha preso il 20%, in Umbria il 14% (!), in Toscana il 16% (!!), nelle Marche il 13%. Vero, Forza Italia si sta sciogliendo come un calippo al sole; ma non era detto che quei voti finissero a Salvini. Ecco, io mi preoccupo più di questo.
(Il M5S perde votanti esattamente come nella media nazionale, quindi le sue percentuali rimangono le stesse delle politiche: ma col 20% e se si sceglie di non fare nessuna alleanza nemmeno tattica sui singoli provvedimenti non si va da nessuna parte)
Ultimo aggiornamento: 2015-06-01 11:47
La lista Pastorino ha, in effetti, preso pochissimi voti, ma i voti al candidato presidente sarebbero stati più che sufficienti alla Paita per superare Toti.
@Fabio: attenzione. Pastorino ha preso voti di tre tipi (semplificando): quelli alla lista, quelli disgiunti e quelli della lista di sinistra. I primi due sarebbero potuti andare a Paita, ma non sarebbero bastati: ci volevano anche quelli di sinistra che però non sarebbero comunque andati lì nemmeno se ci fosse stato un altro candidato.
Chiaro. Io intendevo solo che sommando i voti di Pastorino a quelli della Paita (scusami ma non riesco a dire “di Paita”), cioè se la sinistra (e non solo il PD) si fosse presentata unita, si avrebbe un numero superiore quello ottenuto da Toti.