Non state a leggere il Corsera, che ha ficcato alla rinfusa tutto quello che ha trovato senza nemmeno verificare quando era stato raccolto (i libri della scienza del Discworld sono quattro, per esempio). L’unica cosa che probabilmente ha indovinato è quella che non dirà ufficialmente nessuno: che Sir Terry Pratchett si è suicidato. È vero che la BBC afferma che la sua morte è stata naturale: «I was told by the publishers his death was entirely natural and unassisted, even though he had said in the past he wanted to go at a time of his own choosing», ma permettetemi di dubitarne.
Io seppi dell’esistenza di Pratchett intorno al 1990, quando capii che di nuovi libri di Douglas Adams non ne avrei poi letti tanti (anche se DNA non fosse morto prematuramente, è noto che i suoi tempi di scrittura non erano esattamente rapidi), e nel newsgroup Usenet a lui dedicato qualcuno segnalò un altro scrittore inglese, anch’egli con un newsgroup a lui dedicato: alt.fan.pratchett, per l’appunto. In quei bei tempi lontani Pratchett stesso partecipava al gruppo che era molto vivace: è lì che nacque il nomignolo “Pterry” (la p iniziale è muta), che non c’entra con Eta Beta ma con la storia narrata in Pyramids. Negli anni ho poi continuato a leggere, non compulsivamente – per esempio non ho mai preso un’edizione rilegata, anche se con le offerte Amazon veniva a costare come il paperback l’anno dopo – ma continuativamente pur se con un po’ di ritardo: per esempio non ho ancora iniziato Raising Steam, anche se ho comprato il paperback a novembre. Naturalmente ho seguito anche i resoconti della sua forma di Alzheimer precoce, una vera e propria nemesi per una persona che era così brava a far dire alle parole quello che voleva lui. Che la terra gli sia lieve.
(la foto è del 2007, quando Terry venne in Italia per un breve ciclo di incontri: ne parlai qui)
Ultimo aggiornamento: 2015-03-12 20:18
Condivideva per caso la visione del mondo di Adams (grande amico di Dawkins anche per questo)? Come mai pensi sia molto probabile il suicidio?
@un cattolico: non mi sono mai interessato molto delle Weltanschauungen, a dire il vero. So che Pratchett, oltre che essere ateo, è sempre stato contro le religioni organizzate, come si può notare leggendo i vari libri del Discworld e in particolare Small Gods.
Per il suicidio, ti rimando a questo articolo del 2010, quando sapeva già da due anni della sua malattia.
Almeno della tua Weltanschauung ti sei interessato sicuro :-)
Comunque mi fa un po’ sorridere questa suddivisione dell’ateismo militante tra credi “organizzati” e credi “personali”, al fine di attribuire implicitamente maggiore dignità a questi ultimi, perché ritenuti perlomeno più “liberi”. È l’esatta perpetuazione dell’origine di ogni male, cioè il cosiddetto peccato originale: essere dei di sé stessi, per essere “davvero liberi”.
Grazie del link!
Beh, puoi lasciar perdere l’ateismo militante e prendere Martin Gardner che era teista (e lo affermava tranquillamente) ma era comunque contro i credi organizzati nonostante – o forse proprio a motivo di – una educazione fondamentalista cristiana :-)
Mica solo gli atei peccano! :-)
Comunque a me fa sorridere solo se detta da atei militanti. Coloro che per definizione dovrebbero ritenere tutte assurde le religioni, senza alcuna distinzione, e non far preferenze interessate (è più facile “debellarle” se ognuno “fa come je pare”).
P.S.: Sapevo anche di Gardner. Non sapevo però della sua educazione fondamentalista cristiana. Che poi si aprirebbe un altro mondo a chiedersi di quale fondamentalismo sia stato vittima (intendo le varie accezioni della parola, originariamente: “letteralismo” scritturale, ma ora soprattutto usato per identificare disprezzo per ogni altro credo e, nei casi più estremi, volontà di imporre con ogni mezzo il proprio)…
se non ricordo male nel caso di Gardner era letteralismo, ma dovrei andare a cercare quello che scrisse… e confesso di non aver comprato la sua autobiografia :-)
In ogni caso e soprattutto se cosí fosse: requiem æternam dona ei, Domine!
“Non state a leggere il Corsera” buon consiglio, valido in ogni circostanza.
La prima cosa che ho pensato anch’io. Pratchett era, almeno da quel che si può capire dalle sue dichiarazioni pubbliche, una persona aperta e onesta – se avesse scelto il suicidio, secondo me lo avrebbe fatto sapere.
sbaglio o in UK non esiste una legge che regolamenti il suicidio assistito? Potrebbe non aver fatto sapere nulla per evitare guai legali a moglie e figlia, per esempio.
@Caramellola et Barbara: spesso lo penso anch’io, ma – onestamente – chi si salva?
Non so se esiste, ma probabilmente non avrebbero rischiato nulla ugualmente moglie e figlia.
+1
Un ringraziamento pubblico a .mau. che, in un piccolo covo di vecchi internauti, mi fece cadere nella spirale di Pratchett (iniziai, sotto suo consiglio, con “Pyramids”).
L’unica cosa di cui posso essere felice al momento è di avere ancora una trentina di libri di TP da leggere, sempre ricordando che SUL LUNGO PERIODO…
Ma Pterry deve sicuramente essere ispirato a Psmith!
@Gennaro: è possibile, visto che molti paragonano Pratchett a Wodehouse, ma non ne sono certo. O magari lo sapevo e me lo sono dimenticato…