aspetta aspetta

Ho scoperto che sta per concludersi il processo in primo grado per «minacce aggravate dalla finalità mafiosa» che esponenti del clan dei Casalesi hanno fatto contro Roberto Saviano e Rosaria Capacchione.
Non entro nella logica del processo, perché ovviamente non ho seguito la vicenda. Mi limito a notare che le minacce in questione sono del 2008 e il processo è iniziato nel 2012. Le minacce sono state pronunciate all’interno di un altro processo e quindi non ci sono volute chissà quali inchieste, eppure sono passati quattro anni prima che il processo iniziasse, e altri due per farlo arrivare al primo grado.
Siete sempre convinti che non ci sia qualcosa che non va nell’italica giustizia?

Ultimo aggiornamento: 2014-11-10 11:25

6 pensieri su “aspetta aspetta

  1. maurizio cavalli

    Al Capone e’ stato condannato per reati fiscali. Anche noi abbiamo bisogno di condanne “trasversali”, ma ci accontentiamo rei reati di ingiura?

  2. Daniele

    “…e sono passati quattro anni prima che il processo iniziasse, e altri due per farlo arrivare al primo grado”.
    Occorre non mettere sullo stesso piano le due fasi. I quattro anni fra il fatto e il processo sono effettivamente troppi, per le ragioni che tu stesso spieghi. I due anni di processo invece sono ancora nei termini di un giusto processo. Infatti, il giusto processo (art. 111 Cost.) è quello che non è troppo lungo ma non è neanche troppo breve (perché degenererebbe nella giustizia sommaria, tipica di regimi meno civili del nostro). In questo caso la durata del processo è assolutamente accettabile, in quest’ottica.

    1. .mau. Autore articolo

      mah. Lasciando stare i processi per direttissima, non credo che occorra più di un anno per portare tutte le deduzioni e controdeduzioni in un caso come questo.
      Poi ovviamente non so a cosa sia dovuto tutto questo tempo passato, quindi non posso incolpare nessuno in particolare.

  3. C.

    Avranno avuto processi più importanti da fare che uno per minaccia a pluriergastolani.

  4. jan

    Rosaria Capacchione ha scritto un’analisi per me singolare della vicenda:

    Dall’ultimo paragrafo:

    Ecco, il punto è questo. Non so se la sentenza di lunedì sia giusta o sbagliata, riduttiva o soltanto rigida. So, invece, che nel dispositivo ha centrato un obiettivo nuovo punendo solo e soltanto il colletto bianco, il professionista compartecipe delle finalità mafiose del clan ma non vincolato dall’obbligo di rendicontazione preventiva. Se così fosse, la decisione del giudice Aldo Esposito avrebbe una straordinaria portata innovativa, specchio reale degli strumenti delle nuove mafie. Se così fosse, come io l’ho vissuta.

    http://www.nazioneindiana.com/2014/11/12/todomodo-capacchione/

    1. .mau. Autore articolo

      in effetti ho scoperto che in questo momento l’avvocato condannato era già in carcere per collusione alla camorra. Resta comunque la lentezza dei tempi.

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