Scopo dichiarato di questo libro (Piero Rattalino, Il linguaggio della musica, Garzanti 1997, pag. 309, ISBN 978-88-1159852-3) è cercare di spiegare a chi ama la musica “colta” (classica e operistica) ma non ha fondamenti di teoria della musica le sue basi, per poter poi apprezzare al meglio come i grandi compositori abbiano preso le regole dell’armonia del loro tempo e le abbiano rigirate come pareva loro. Il tentativo è stato lodevole, ma secondo me non ha raggiunto il suo scopo, nonostante l’ottima idea di aggiungere un cd audio per poter anche ascoltare gli esempi scritti dal maestro Rattalino.
La scelta di non trattare il ritmo, ma anche la banale suddivisione delle note, se non nelle ultime sezioni del libro può avere un senso: il problema è che anche le parti di spiegazione dell’armonia mi sembrano un po’ messe a caso, senza un ordine logico o anche illogico. Dal punto di vista di chi come me un minimo di nozioni le ha, anche se non sono certo un esperto di teoria musicale, ci ho trovato qualche idea interessante sul come vedere la musica (e le parole nel caso dei libretti d’opera), ma non credo sarei riuscito a cavarci qualcosa se fossi dovuto partire da zero. Altre cose, come la ricerca di divisioni secondo la sezione aurea in Bach ma non solo, mi sembrano invece idee molto personali di Rattalino, senza un vero riscontro pratico. In definitiva, il testo è poco più di una curiosità.
Ultimo aggiornamento: 2014-09-20 22:05