I biechi trucchi pseudoglobalizzanti di Ikea

Io non so una parola di svedese. Però lo svedese è una lingua del ceppo germanico e io un minimo di tedesco lo mastico: così, quando mi tocca andare all’Ikea, mi diverto sempre a vedere la banalità dei nomi dati agli oggetti. Ieri per esempio facevano bella mostra di sé dei contenitori dal nome SAMLA, che io traduco immediatamente in “raccogli”. E che ci vuoi fare con un contenitore, dei bonghi?
Ma il guaio è che mentre venivo trascinat… scusate, mentre eravamo in cerca di due letti per la gioventù ho visto queste sedie e sono rimasto sconvolto. Perché, o Ikea, hai voluto chiamare una sedia “Roberto”? È forse quello uno dei nomi più imposti ai bambini svedesi, segno di mille avventure estive sulle spiagge romagnole? Stai cercando di convincerci che tutto il mondo è paese? O semplicemente ce l’hai con me?

Ultimo aggiornamento: 2014-07-20 17:42

4 pensieri su “I biechi trucchi pseudoglobalizzanti di Ikea

  1. pbm

    Le regole di naming IKEA prevedono che sedie e scrivanie abbiano nomi di persona maschili, ad esempio la classica sedia TERJE.
    Non mi sorprendere se ROBERTO fosse, banalmente, prodotta in Friuli, nel distretto della sedia. A vederla non me ne stupirei affatto.

  2. S.

    Io ricordo un prodotto di nome ANDREA, non so se fosse una sedia o altro, sul sito non è più rintracciabile.

  3. Lele

    A proposito di Ikea. Lo sapete che Ikea “pensa all’ambiente”, no?
    Infatti ha predisposto un autobus-navetta che collega la fermata M1 Bisceglie con il negozio di Corsico. Ed è tutto spiegato sull’Internet! (qui: http://www.ikea.com/ms/it_IT/img/local_store_info/milano_corsico/activities/Orari12082011B.pdf ).
    Bene, seguendo gli orari pubblicati sull’Internet, un giorno della settimana scorsa mi presento alla fermata della navetta a M1 Bisceglie in tempo per la corsa delle 18.00. L’autobus, puntualissimo, sta arrivando. Ma l’occhio mi scappa sugli orari esposti nella bacheca della fermata. E scopro che il mio autobus non partirà alle 18.00, come dice l’Internet, ma alle 18.50, come dice l’orario cartaceo, esposto in bacheca e valido dalla primavera del 2013.
    Il gentile autista mi conferma la partenza alle 18.50, per cui mi attardo nei dintorni, e guardandomi in giro ho modo di osservare lo stesso autista che – vista la giornata afosa – resta per 50 minuti chiuso sull’autobus col motore acceso. Già, infatti Ikea “pensa all’ambiente”, no?

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